Autore: Les Edgerton
Traduttrice: Annarita Guarnieri
Edito da Meridiano Zero
Pubblicato nel 2019
Pag. 117
Genere noir
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Con The Rapist, Les Edgerton ha scritto il romanzo più agghiacciante, evocativo, depravato e perspicace degli ultimi anni. Dimenticate l’hard-boiled, dimenticate il noir, dimenticate tutto ciò che pensate di sapere su questo genere. Con un sogghigno sdegnoso The Rapist si libera di ogni elemento canonico e presenta qualcosa che aspira a essere molto di più di ciò che un singolo genere può offrire.
Una controllata testimonianza di misantropia e delusione che rievoca il Dostoevskij di Memorie dal sottosuolo. Ma mentre il protagonista dell’opera del grande autore russo si alimenta di rabbia, quello di Edgerton si nutre di un orribile narcisismo e di una natura inumana e bestiale che fa capolino come uno stalker attraverso il suo linguaggio eloquente e le sue idee grandiose. In questo romanzo basato non tanto sulla trama quanto sulla narrazione, Edgerton ci guida nella mente di Truman Pinter e ci lascia lì, da soli, a badare a noi stessi e ritrovare la strada che ci porterà fuori dalle tenebre.
Quanto di quello che dice Truman possiamo liquidare come i deliri di una mente malata? E quante volte invece dobbiamo fermarci ad ascoltare, a caccia di un barlume di verità?
RECENSIONE
“Io penso… che tu sia un animale, anzi, più di un animale. Sei il tipo peggiore di animale, un uomo di cultura elevata che non ha morale”. (Pag. 54)
Penetrante, ruvido, controverso… a tratti agghiacciante!
Carissimi Amanti dei libri,
se non vi fa paura entrare nell’oscurità della mente umana, nella sua parte più spietata e violenta, in quell’angolo buio ai limiti del patologico… questo libro fa per voi!
Sì, perché “The rapist” di Les Edgerton non è un libro qualunque, è la storia di Truman Ferris Pinter, Prigioniero #49028, che narra la sua storia dalla cella di massima sicurezza dove aspetta che passino le ultime ore prima di scontare la pena di mor_te.
È un esaltato, uno psicopatico cervellotico che si racconta senza peli sulla lingua, che racconta senza veli il motivo per cui sta per essere giustiziato, è un folle che ha una sua logica, un mostro che a sprazzi mostra la sua anima… perché anche dentro l’uomo peggiore si può trovare ancora umanità e lucidità.
Non è uno stupido, ha un’intelligenza che lo eleva al di sopra di molte persone, il suo ragionare è un continuo trovare soluzioni ai piani che elabora mentalmente, ad una vita vissuta sempre pensando più a lasciare delle cose accadessero con la certezza che quella fosse la libertà e che lo rendesse superiore agli altri… ma anche quella era una prigione, una prigione che gli ha impedito di cambiare le cose quando poteva farlo e che lo ha reso il più schiavo di tutti.
La sua mente depravata ha dei lampi di genio che colpiscono e attraggono, ma poi la follia prevale sempre. Poco più di cento pagine… ma non si riesce a staccarsi dai folli ragionamenti di Truman, spiazza, stupisce, ammutolisce, pagina dopo pagina e ti fa perdere nell’oscurità del suo divagare, a volte, privo di senso. Ma chi di noi non si abbandona, qualche volta, a cervellotici intenti di ragionare fuori dalle righe per trovare un senso?
Un libro da leggere dalla prima all’ultima pagina senza paura di ciò che troverete nella narrazione, lasciando che le parole di Truman vi travolgano e vi facciano pensare, sì, perché, forse, sarete tentati di dargli ragione e in altri momenti, forse, capirete il perché della sua condanna…
La narrazione trasuda follia, passa da un racconto ad un altro repentinamente, vi trascina nel suo mondo evocando immagini nitide e crude, a volte sembra davvero più di un animale nel suo modo di ragionare e di guardare alla vita! Il suo è spesso un lungo monologo, spezzato da dialoghi che danno sapore e brio alla narrazione…
Se pensate che sia solo un noir vi stupirete nel ricredervi… monologhi lunghi, introspezione, vividi racconti, immagini fatali, “The rapist” è un libro che non si può assegnare a nessun genere specifico, non è classificabile, sarebbe come imprigionarlo, ma… non potrete, non ne avrete la forza perché finirete il libro e resterete in sospeso, con la sensazione che qualcosa sia sfuggito, che qualcosa sia rimasto privo di senso. E forse è proprio questo lo scopo di Les Edgerton!
Come definirei questo libro? Estremamente particolare, fuori da ogni schema, allucinante ma l’ho divorato con curiosità e attenzione, ho empatizzato con la follia di Truman e in certi frangenti ho provato molta pena per lui… certamente ne ho apprezzato l’intelligenza fuori dal comune ma l’ho trovato troppo cervellotico in certi passaggi.
Roberta Salis