François e Jean-Claude Duvalier

Carissimi Amanti dei libri,

quest’oggi nel volume de “I volti del male” i protagonisti sono due, padre e figlio, due oppressori, due assetati di sangue, due uomini senza scrupoli.

Parliamo, infatti, di François Duvalier e del suo successore Jean-Claude che vennero definiti ‘Stirpe di sangue’ per la crudeltà che li contraddistinse nel loro regime dittatoriale ad Haiti.

I due venivano anche chiamati ‘Papa Doc’ e il figlio fu soprannominato ‘Baby Doc’.

François Duvalier fu un medico e un politico che divenne presidente di Haiti nel 1957 e che instaurò la sua dittatura dal 1964 fino alla sua morte.

Tra padre e figlio regnarono per circa trent’anni e sono ricordati per il regime di terrore che instaurarono, dove non mancarono metodi forti come le espulsioni, gli assassinii che resero la vita dell’isola invivibile… tutto questo si sommava alla povertà delle persone che mancava anche dei beni e dei servizi essenziali.

Si stima che durante il governo Duvalier, o meglio, durante la dittatura siano state uccise più di 30 mila persone. Oltre a ricorrere all’omicidio, François Duvalier era solito sfruttare l’arte della superstizione che regnava nel popolo e fece diffondere la voce che utilizzava riti vudù. Questa voce serviva a incutere timore tra la gente e faceva in modo che tutti vivessero da sottomessi alla sua autorità indiscutibile!

Fa pensare molto il fatto che un medico che prima si batteva per curare la gente si sia trasformato in un politico spietato che non aveva pietà per nessuno…

Alla morte di Papa Doc successe il diciannovenne Jean-Claude: un disastro!

Certamente non era proprio ciò che il popolo haitiano meritava dopo tanta sofferenza… ma, a volte, non c’è limite al peggio come in questo caso. Baby Doc era un incapace che non si era mai interessato di politica, a lui interessavano le feste e le orge che ne scaturivano per cui tutte le sue manovre politiche furono suggerite dalla madre e dalla sorella.

Insomma… tra padre e figlio il popolo haitiano subì un tracollo da cui ancora non riesce a risollevarsi anche in seguito ad altri eventi catastrofici. Una tragedia di cui non si parla mai.

Una storia che sconcerta e fa riflettere! Una storia da conoscere.

Roberta Salis

 

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Marilyn Monroe & Arthur Miller

Carissimi Amanti dei libri,

oggi giornata dedicata all’amore con il nuovo volume della collana “Amori eterni” della Emse… una coppia speciale che ha fatto tanto scalpore, avete già capito?

Vi do ancora qualche indizio…

La coppia di cui parleremo è celebre, lei è un’icona del cinema, una donna che mai si smette di ricordare per la sua bellezza trasgressiva ed eterna… e lui un grande scrittore, un drammaturgo, uno sceneggiatore conosciuto… Sì, sto parlando proprio di loro: Marilyn Monroe & Arthur Miller!

La loro storia iniziò con un colpo di fulmine… inaspettato e fatale, grazie al regista Elia Kazan. Miller è sposato e padre di due figli, Marilyn è una giovane attrice che ha sete di successo, in quel primo incontro divampa la fiamma ma ognuno resta al suo posto e continua la propria vita.

Tuttavia, quattro anni più tardi, quella fiamma diventa un incendio e i due iniziano a frequentarsi nonostante Miller sia ancora un uomo sposato e si faccia mille domande su ciò che sta vivendo… Ma alla fine vincono i sentimenti e alla sua famiglia preferisce le emozioni travolgenti che le regala il corpo e la bellezza di Marilyn.

La moglie, ovviamente, sbatte fuori casa Miller… ma lui è troppo preso da quella bionda che infiamma le sue giornate tanto da togliergli persino le energie per scrivere e fare qualunque altra cosa.

La loro storia destò scandalo e scalpore, i paparazzi li seguivano ovunque andassero…

Ma se pensate che il rapporto tra Marilyn e Arthur fu solo una favola, vi sbagliate!

Il loro rapporto fu burrascoso, spesso oscuro e travagliato, era, in fondo, due mondi troppo distanti e con obiettivi diversi: Marilyn era una donna tanto bella quanto fragile che faceva continuo uso di pillole per l’insonnia e gli attacchi di panico, sempre più frequenti e forti. Lui si sentiva in colpa per avere lasciato la sua famiglia e desiderava il perdono della moglie e dei figli…

La loro storia si incrinò definitivamente quando persero il frutto del loro amore.

Una storia che durò solo 5 anni ma che restò indelebilmente nel cuore di Miller che dopo la morte di Marilyn continuava a ricordarla in tutte le sue opere…

Anche se Marilyn non sarebbe mai più stata al suo fianco, lui la sentì vivere nel suo cuore fino alla fine dei suoi giorni.

Una storia d’amore bellissima e tragica, da sogno ma tristissima che merita di essere raccontata… perché l’amore è anche questo!

Roberta Salis

 

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Pierre Laval

Carissimi Amanti dei libri,

oggi vi parlo di un nuovo volto del male che scrisse la storia soprattutto nel suo Paese: la Francia.

Si tratta di Pierre Laval, noto per essere stato il Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica francese per ben quattro volte. In particolare viene ricordato nel periodo in cui Vichy era Presidente del Paese, durante l’occupazione tedesca che avvenne tra il 1940 e il 1944.

Egli iniziò la carriera come avvocato che difendeva tutti coloro che venivano oppressi, i lavoratori, i più poveri ed era anche membro attivo del partito socialista. Conosceva bene cosa voleva dire non avere possibilità economiche!

In seguito però… il potere, i soldi, la sua condizione che migliorava gli fece dimenticare il suo amore per la giustizia e la voglia di aiutare a riscattare gli oppressi e… iniziò a collaborare con il Reich. Questo vuol dire che il suo ruolo fu attivo nella deportazione degli ebrei in Polonia. Fu un francese che rinnegò i francesi… fu l’organizzatore del lavoro forzato dei francesi nelle fabbriche di morte dei tedeschi, fu mandante della repressione contro i menri della Resistenza.

Le torture e le esecuzioni erano la normalità. Vennero deportati oltre 70 mila ebrei!

Fu processato e condannato a morte per la sua politica di collaborazionismo con la Germania nazista. Venne ucciso nell’ottobre del 1945.

Sicuramente è un personaggio che fa accapponare la pelle, che dimostra che il confine tra bene e male è spesso molto sottile… Davvero l’animo umano può rinnegare se stesso e diventare un mostro che si scaglia contro i propri simili?

Chiedercelo seriamente non è banale…

Roberta Salis

 

 

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Luigi XV & Madame de Pompadour

Carissimi Amanti dei libri,

oggi giornata dedicata all’amore,

alla conoscenza di una nuova coppia celebre, storica, che tanti conoscono…

Oggi nel volume della collana ‘Amori eterni’ della Emse si parla di Luigi XV e Madame De Pompadour…

 

Volete sapere qualche dettaglio in più? Sono pronta a regalarvelo!

 

Siamo nella Francia del XVIII secolo dove regna la monarchia…

Luigi XV è il sovrano regnante e agli inizi del suo regno viene soprannominato “Beneamato”, il popolo lo ama e ottiene consensi ovunque… ma con il passare del tempo questo amore diventa malcontento per il suo rincorrere le donne più che pensare al bene di coloro che lo amano. Diventa dunque noto per le sue numerose amanti con cui occupa volentieri il suo tempo dimenticandosi dei suoi doveri come sovrano!

Fu proprio in uno dei balli di corte, un ballo in maschera che si tenne per festeggiare le nozze del Delfino di Francia e dell’Infanta di Spagna, nel febbraio del 1745, che Luigi XV nota per la prima volta Jeanne-Antoinette Poisson… e non può non spingersi a fare la conoscenza di colei che gli ha rubato lo sguardo e il cuore.

Un colpo di fulmine che diventerà una passione travolgente e che legherà indelebilmente le loro vite.

La donna divenne da quel momento l’amante ufficiale del re, lasciò suo marito per lui e grazie al re le venne conferito il titolo di Marchesa de Pompadour, la sua vita si svolse nei tra il lusso e la bellezza della reggia di Versailles…

Ma non pensiate che fossero solo amanti…

Erano anche grandi amici!

Infatti, Madame de Pompadour era anche una donna colta e intelligente che divenne consigliera del sovrano, influenzò la moda e le arti… e incentivò l’arte del teatro dove si cimentava in prima persona come attrice. Aveva una sua compagnia teatrale, promossa dal re, in cui partecipavano anche altri nobili francesi.

Il loro amore durò 20 anni e si infranse solo con la morte di lei.

Ma può l’amore finire su questa terra?

Roberta Salis

 

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Ante Pavelić

Carissimi Amanti dei libri,

il volto del male di questa settimana è Ante Pavelić, un uomo di origine croata, un fanatico del suo Paese, un burattino amante del potere che pendeva dalle labbra di Hitler e dei potenti dell’epoca. Studiò legge a Zagabria e fu tra coloro che si batteva perché la Croazia diventasse indipendente, fu il fondatore del movimento fascista e nazionalista degli Ustascia che rappresentava gli insorti, i ribelli. Questo movimento crebbe anche grazie all’appoggio del regime fascista italiano che consentì di installare numerosi campi nelle zone del nord Italia, ma erano presenti anche in Ungheria.

Pavelić era un dittatore che attuò una forte repressione nei confronti di coloro che non fossero croati, dette il via ad una basta pulizia etnica che riguardò i serbi, gli zingari, gli ebrei e tutti coloro che non fossero cattolici. Creò dei campi di concentramento solo per i serbi e creò l’unico campo di concentramento della storia destinato ai bambini!!!

Il suo regime Ustascia pare provocò la morte di circa 800 mila serbi nel periodo che va dal 1941 al 1945 ma potrebbero essere molti di più…

Sono migliaia e migliaia le vittime cadute in Croazia durante la dittatura di Pavelić.

I suoi uomini erano degli autentici macellai che si divertivano a far scorrere sangue innocente e che non guardavano in faccia nessuno, nemmeno i bambini… d’altra parte sarebbero cresciuti e diventati nemici del regime vendicandosi, dunque meglio eliminarli subito…

Un folle, un uomo senza scrupoli, un essere che non si è mai voluto sporcare le mani direttamente ma che ha spezzato troppe vite con la sua pazzia!

Personalmente, non avevo mai sentito il suo nome ma certamente non dimenticherò con quanta crudeltà poneva fine alla vita di coloro che reputava suoi nemici.

Roberta Salis

 

 

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Robert Capa & Gerda Taro

Carissimi Amanti dei libri,

oggi è il giorno della conoscenza di una nuova coppia celebre raccontata nel volume della collana “Amori eterni” della Emse.

Una coppia che, personalmente, non conoscevo ma che merita tutta la nostra attenzione per il loro amore e per le loro gesta. Si tratta infatti di due persone che hanno scritto la storia con il loro amore per la bellezza e per l’importanza di un momento catturati in uno scatto fotografico.

Loro sono Robert Capa & Gerda Taro… o meglio, questi sono i loro due pseudonimi e nomi d’arte nel loro panorama lavorativo, in realtà si chiamavano André Friedmann e Gerta Pohorylle.

Gerta è una donna entusiasta della vita, con un carattere travolgente che colpisce chi la conosce, è nata in una famiglia di ebrei polacchi e a causa delle sue idee politiche accompagnate ad azioni ritenute illegali finisce in carcere. Una volta scagionata, lascia la Polonia e si trasferisce in Francia, a Parigi.

André è ungherese, anche lui nasce in una famiglia ebrea, è affascinato dal mondo del giornalismo e della fotografia, vive di semplici servizi fotografici e dopo aver girovagato tra tante città si stabilisce a Parigi.

Proprio nella magica Parigi, Gerta e André si incontrano per uno strano caso del destino. Forte del feeling che nasce in quel primo incontro, lei chiede ad André lezioni di fotografia e lui accetta con il suo francese incerto. Tra uno scatto e l’altro scocca la scintilla, capiscono che sono fatti l’uno per l’altra, diventano inseparabili nella vita e nel lavoro… anzi, sarà lei, mente vulcanica e lungimirante a dargli una nuova identità e a promuovere i suoi lavori.

Così André Friedmann diventa Robert Capa e sarà uno dei reporter più gettonati del XX secolo che sfiderà la sorte per documentare molti conflitti bellici… ma Anche Gerta converte il suo nome in Gerda Taro e con il suo coraggio, il suo talento e quella passione che la fotografia ha scatenato in lei l’audacia, sarà ricordata come la prima reporter della storia a morire sul campo per amore della verità.

Una storia d’amore coraggiosa nella vita e nel lavoro, che resta nel tempo unita alla loro passione per la voglia di raccontare la verità, il dolore e la drammaticità dei conflitti! Una coppia tutta da scoprire…

Robert Salis

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Manuel Blanco Romasanta

Carissimi Amanti dei libri,

oggi per voi un nuovo volto del male, un volto diverso dagli altri incontrati fino a questo momento, ma non meno crudele.

Il protagonista del nuovo volume della Emse è Manuel Blanco Romasanta, uno dei criminali più temuti in Spagna nel XIX secolo, un caso realmente unico, definito ‘l’uomo lupo della Galizia’.

Una storia che sembra fantastica ma che ha mietuto le sue vittime…

Manuel Blanco Romasanta era un personaggio particolare, dalle movenze effeminate, aveva una fragilità e un portamento che lo faceva amare dalle donne. Si considera il primo serial killer della storia spagnola ed è l’unico esempio di licantropo documentato in Spagna. Naturalmente la licantropia si deve intendere come malattia mentale e non come la maledizione che Romasanta affermò di avere subito da piccolo!

Eppure fa impressione che avesse dichiarato di trasformarsi in lupo nelle notti di luna piena…

Ma era solo ciò in cui lui credeva, dato dai racconti folcloristici che aveva ascoltato sin da bambino ed in cui era cresciuto, in realtà i medici smentirono le sue parole e lo considerarono un pazzo che parlava a vanvera!

Era uno psicopatico che agiva con consapevolezza, un essere perverso e spietato, privo di empatia che confessò gli omicidi che commise e che non dimostrò un briciolo di coinvolgimento per ciò che aveva fatto loro!

Quando la fantasia diventa reale per qualcuno, c’è da avere paura…

Roberta Salis

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