Ghiaccio e Argento

Autrice: Stina Jackson

Traduttore: Andrea Berardini

Edito da TEA

Pubblicato nell’ottobre del 2021

Pag. 352

Genere: Thriller psicologico/Nordic Noir

DESCRIZIONE DEL LIBRO

Sono ormai tre estati che Lelle, insegnante di liceo e padre di un’adolescente, trascorre ogni notte alla guida della sua auto. Conosce ogni metro degli oltre cinquecento chilometri della Via dell’Argento, la strada che serpeggia tra gli alberi dell’antica foresta nel Nord della Svezia, al confine con la Norvegia. Quella che il sole di mezzanotte non riesce a illuminare. Lelle conosce ogni paesino isolato, ogni insediamento, ogni specchio d’acqua. Sono tre anni che sua figlia è scomparsa, da qualche parte fra il ghiaccio e l’argento, lungo quell’autostrada che d’estate, sotto il sole di mezzanotte, sembra un nastro d’asfalto sulla luna. Lelle ha soltanto l’estate per cercare sua figlia, perché in autunno inizia l’anno scolastico e deve interrompersi. Lelle non ha speranze, eppure la speranza è l’ultima cosa che gli resta. Meja ha diciassette anni e viene dalla città, ma sua madre l’ha costretta a trasferirsi a Glimmersträsk: un puntino sconosciuto lungo la Via dell’Argento. Lontana da tutto ciò che amava, Meja è sola e disperata. Finché non incontra qualcuno che può darle più di quanto abbia mai avuto: una nuova famiglia. Con l’arrivo dell’autunno e la sparizione di un’altra ragazza, i destini di Lelle e Meja iniziano a intrecciarsi in modo indissolubile. E sconvolgente.

RECENSIONE

Carissimi Amanti dei libri,

molte volte mi chiedo perché attendo anni prima di leggere un libro!

Sì, perché pur non volendo, spesso, mi capita di giudicare un libro dalla copertina.

Avrei dovuto leggere molto prima “Ghiaccio e argento” perché mi è piaciuto tantissimo e, sinceramente, non me lo aspettavo…

​Ma andiamo al sodo con il libro di cui vorrei parlarvi oggi…

Per una volta, dimenticate i vicoli bui, le nebbie londinesi o i cliché del giallo convenzionale perché questa volta l’ambientazione è diversa, ma non meno suggestiva. “Ghiaccio e Argento” (Silvervägen) di Stina Jackson ridefinisce il Nordic Noir, spostando il palcoscenico dell’orrore non nell’ombra, ma in una luce che non tramonta mai. Lungo la desolata e interminabile strada svedese conosciuta come la Via dell’Argento, l’autrice svedese tesse una narrazione ipnotica che è tanto un thriller quanto una straziante esplorazione della perdita e dell’isolamento. La componente psicologica lascia il segno.

​Questo non è un libro che si divora; è un romanzo che coinvolge, incuriosisce, fa vivere la stessa angoscia dei protagonisti, lasciando con un freddo addosso che non ha nulla a che fare con la temperatura, ma con la temperatura dell’anima.

​L’ambientazione è il Norrland svedese che Jackson “tratta” come un personaggio a sé stante. Direi che l’ambientazione è proprio perfetta per la riuscita della trama!

Siamo immersi nell’estate, dove il sole non tramonta mai. Questa luce perpetua non è una fonte di conforto, ma una presenza opprimente, una sorta di “tirannia luminosa” che impedisce ai personaggi di nascondere il proprio dolore.

​L’ambientazione diventa una potente metafora: l’incapacità di trovare il buio per riposare riflette l’incapacità del protagonista di trovare pace o di cercare di dimenticare. Si può davvero dimenticare ciò che è successo?

Chi ci riuscirebbe?

 La Silvervägen stessa, lunga e anonima, simboleggia l’infinita marcia della disperazione. Un percorso che vedremo fare instancabilmente e all’infinito alla ricerca della verità!

Chissà se esiste una verità…

​Al centro di questa luce implacabile c’è Lelle, un padre esausto e ormai incapace di ricordarsi di sé stesso. Tre anni dopo la scomparsa della figlia, Lina, Lelle non è più un uomo, ma un rituale ossessivo. Guida ogni notte lungo la Via dell’Argento, come se il movimento potesse in qualche modo invertire il tempo o forzare una rivelazione.

​La sua auto è il suo unico rifugio, una bolla di lutto e negazione. La Jackson descrive magistralmente il suo stato emotivo: Lelle è un fantasma tra i vivi, talmente svuotato dal dolore da essere incapace di interagire con il mondo circostante. Più che vivere, si lascia consumare dal tempo che passa…

Forse, nemmeno lui si riconosce come un uomo. Non più. Ciò che ha perso e la sua vita andata a rotoli lo vedono sprofondare nel proprio buio.

​In contrasto con l’immobilità emotiva di Lelle, troviamo Meja, diciassette anni, il cuore pulsante e indifeso del racconto. Meja viene sradicata e trapiantata a Glimmersträsk, un villaggio sperduto, con una madre instabile e la disperata necessità di appartenenza.

​Meja è la resilienza dell’adolescenza. Nonostante la sua vulnerabilità, è costretta a indurirsi, a sviluppare un istinto di sopravvivenza che la fa assomigliare sempre più a un “lupo solitario”. Il suo percorso è la ricerca di un’identità. La sua interazione con gli altri personaggi del villaggio svela le ipocrisie e i segreti di una comunità che preferisce chiudere gli occhi.

​Lei è la speranza, sebbene amara, in questo racconto: è l’unica in grado di muoversi emotivamente e di lasciare andare il passato per tentare di costruire un futuro.

​Jackson evita i colpi di scena ecclatanti per concentrarsi sulla tensione psicologica. Il ritmo non è frenetico, ma lento, meditabondo, rispecchiando i chilometri macinati da Lelle. La suspense non deriva tanto dal “chi è stato” quanto dal “cosa succederà a questi due esseri umani così fragili”. E credetemi, non ne resterete delusi!

​L’autrice intreccia abilmente i destini di Lelle e Meja in un nodo inestricabile. La loro distanza fisica è solo apparente; sono uniti da un senso profondo di alienazione e dal bisogno primordiale di colmare un vuoto emotivo.

​”Ghiaccio e Argento” è più di un thriller: è un’opera letteraria che usa gli strumenti del giallo per esplorare temi universali come il dolore, la genitorialità ossessiva, la solitudine e il tentativo di trovare radici in un mondo indifferente.

​Se cercate un’indagine che vi impegni la mente e, soprattutto, che vi stringa il cuore, Stina Jackson vi aspetta sulla Via dell’Argento. Preparatevi a sentire il freddo.

E no, non ho voluto spoilerare nulla perché attorno ai due protagonisti principali si disvela una trama che difficilmente dimenticherete!

Un esordio letterario veramente interessante e da tenere d’occhio.

Io lo consiglio!

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