Autrice: Sandra Petrignani
Edito da BEAT
Pubblicato nel settembre del 2016
Pag. 253
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Un po’ pellegrinaggio e un po’ seduta spiritica, questo libro porta dalla Sardegna di Grazia Deledda all’America di Marguerite Yourcenar, dalla Francia di Colette all’Oriente di Alexandra David-Néel, dall’Africa alla Danimarca di Karen Blixen, all’Inghilterra di Virginia Woolf. Un lungo viaggio in case-museo che, attraverso mobili e suppellettili, stanze e giardini raccontano la storia sentimentale delle più significative scrittrici del Novecento. Da Parigi alla Provenza, dal Kenya al Maine, da Copenaghen al Tibet, Sandra Petrignani le cerca nei loro oggetti, interroga i loro diari, la poltrona in cui si sedevano, il portafortuna da cui non si separavano, ma anche le persone che ancora conservano un ricordo vivo di loro. Così il viaggio, concretissimo, diventa favoloso, un giro del mondo dove a ogni tappa è come se le protagoniste in persona aprissero la porta e svelassero sottovoce i segreti della loro vita. Le mele nel tinello della Yourcenar e il suo cane ancora vivo, il tempio tibetano ricreato a Digne dalla David-Néel o la stanza chiusa che fu sua nel monastero del Sikkim dove si ritirò in meditazione, la Barbagia della Deledda con le fate e i folletti che influenzarono la sua fantasia, il grammofono della Blixen portato con sé dalla sua Africa in ricordo dell’uomo che aveva amato e perduto per sempre: Sandra Petrignani ascolta “la voce delle cose” e la traduce nelle affascinanti storie di questo libro.
RECENSIONE
Carissimǝ Amanti dei libri,
attraverso i libri abbiamo la possibilità di fare viaggi insoliti e raggiungere luoghi inaspettati, con il testo di Sandra Petrignani avrete la possibilità di fare un’immersione nelle case in cui hanno vissuto alcune scrittrici che hanno lasciato il segno nella storia della letteratura. Conoscere la casa, luogo intimo in cui si sono svolte queste vite e in cui si sono circondate di oggetti che le rappresentano, significa entrare a contatto con quella parte inespressa di queste donne.
Vi accennerò brevemente qualche dettaglio tratto da ciò che la Petrignani racconta di queste donne straordinarie… per non privarvi del piacere di leggere il libro e immergervi in queste storie che ci svelano la bellezza e la quotidianità di scrittrici che con i loro scritti ci hanno fatto vivere viaggi meravigliosi.
Andiamo con ordine…
La prima donna di cui si parla è Grazia Deledda, premio nobel per la letteratura nel 1926, donna originaria di Nuoro e figlia di una terra aspra e selvaggia come la Sardegna dove il vento è padrone di tante giornate. La Petrignani racconta alcuni fatti della vita della Deledda, di quella donna minuta, alta poco più di un metro e cinquantaquattro, schiva, definita genio ignorante da molti ma che nella realtà era una donna decisa e con le idee molto chiare. Amava leggere, la solitudine, voleva innamorarsi e sposarsi. Voleva diventare famosa.
Il percorrere le strade della Sardegna fa pensare alla Petrignani di essere realmente in uno dei romanzi della Deledda. Della casa dell’autrice sarda restano poche suppellettili, è diventata un museo un po’ scarno dove ci sono alcuni particolari che ricordano la quotidianità in cui è cresciuta la Deledda. Molto interessante è stato leggere i tratti fondamentali della vita di questa piccola donna di cui ancora si parla e il cui fascino senza tempo dei libri coinvolgono tante persone nello studio della sua vita.
Ci spostiamo ora in America…“Uno scrittore crede di parlare di molte cose, ma quel che lascia, se ha fortuna è un’immagine di sé” diceva Borges e Marguerite Yourcenar era ossessionata da questa frase, infatti, lei amava molto la sua immagine e mise tutto il suo impegno per costruire l’immagine che di sé voleva dare agli altri.
Petite Plaisance è il luogo in cui è vissuta, riconoscibile da quell’insegna in ferro battuto piantata nel prato e con le lettere ritagliate in maniera irregolare. Nel giardino si trovano 3 piccole tombe e sono quelle di Monsieur, Valentine e Zoé ossia i cani di Petite Plaisance. La Yourcenar amava molto gli animali.
Tra gli oggetti caratteristici della casa che oggi è un museo che amministra l’ex cameriera divenuta in seguito segretaria della Yourcenar, (e ora è una dei quattro consiglieri d’amministrazione), vi è lo specchio posto alla stessa altezza dell’autrice scomparsa nel dicembre del 1987. Poi vi è un piccolo Buddha thailandese nel soggiorno, statuetta molto amata dalla Yourcenar, lei era una donna particolarmente spirituale, attratta dal buddhismo. Numerosi sono i testi che ha collezionato in vita sullo zen, sulla filosofia orientale e i testi sacri indiani. Nella casa tutto parla ancora di Marguerite e Grace anche se quando era in vita Marguerite non amava molto descrivere il suo rapporto con Grace ed era molto essenziale nelle parole.
Spostandoci in Francia, a Saint Sauveur en Puisaye troviamo prati e boschi, questo è il luogo dove nacque Sidonie Gabrielle Colette, meglio conosciuta da tutti come Colette.
La sua camera è particolare, non sembra quella di una scrittrice, le pareti sono dipinte di rosso e foderate di seta. Il soffitto è rosso. Anche il letto e le lenzuola sono rossi. Per Colette il bianco era un colore senza senso perché se doveva passare tanto tempo distesa voleva vedere un soffitto colorato.
…E di tempo a letto ne trascorse davvero tanto soprattutto negli ultimi dieci anni di vita dove visse inchiodata al materasso a causa di un’acuta forma di artrosi alle anche che le impediva di muoversi come voleva.
Colette amava ricamare e decorò le poltrone e i cuscini che si trovano ancora nella sua stanza… con motivi floreali e farfalle.
Sandra Petrignani ci racconta anche qualche dettaglio sulla vita di Alexandra David-Néel che viveva a Samtem Dzong (la Fortezza della Meditazione), sulla strada per Nizza. La casa è circondata da un bosco dove vi crescono alberi come castagni, ciliegi, peschi… alberi piantati da Alexandra e dal figlio adottivo, il lama Yongden.
Nell’entrare nella proprietà si nota lo sventolio delle bandiere con i colori del Tibet poste su pertiche di bambù e alte almeno quattro metri. Le bandiere sono poste per evocare i templi e le strade dell’Himalaya. Alexandra David-Néel è ricordata sulla pietra memoriale vicino al cancello come “esploratrice del Tibet”… e a lei piaceva molto essere definita così! Nella sua casa, la camera da letto è piccolissima e veniva chiamata “il buco”. Tutto in casa è vissuto e consumato.
Ci spostiamo poi in Danimarca, in un’antica locanda secentesca dove troviamo Rungstedlund… un parco di sedici ettari che Karen Blixen volle trasformare in una riserva naturale per gli uccelli, un luogo protetto per tutti i volatili migratori.
Era una donna che aveva gusto, spendeva parecchio per vestiti e cappelli, amava i gioielli ed era una donna generosa che prestava facilmente le sue cose o le regalava. Molte volte però le rivoleva indietro. Aveva un carattere particolare, era capricciosa e smetteva di parlare alle persone che la facevano arrabbiare. Amava molto raccontare e tutto diventava per lei l’occasione di inventare storie…
Infine, ci spostiamo in Inghilterra, nel Sussex, dove troviamo due sorelle, Virginia e Vanessa Woolf, e l’amica Vita Sackville-West. Vanessa Woolf era una donna sposata con figli, mentre Virginia amava le donne e in Vita trovo quell’amore che coinvolgeva totalmente la mente ma che non era nulla di fisico. Il loro era un amore particolare… ma leggendo ve ne renderete conto…
Il viaggio che la Petrignani ci propone è piacevole e interessante, regala la sensazione di palpare l’umanità di queste donne, ci fa scorgere la loro quotidianità senza fronzoli, narrando in maniera sobria non solo i dettagli curiosi ma anche quei lati spigolosi che ogni essere umano vorrebbe nascondere, ma lo fa con la delicatezza di chi ama queste scrittrici e ce le vuole mostrare senza veli e senza giudizio.
Farci entrare nelle loro case ci permette di sondare con delicatezza il mondo interiore ed esteriore di ciascuna scrittrice, ci fa cogliere i loro ricordi, quegli oggetti legati al passato, alle loro emozioni, sono lembi di felicità mai consumati.
Resterete stupitǝ di come gli oggetti di una casa possano esprimere tanto di chi li possedeva.
Il testo denota la cura e lo studio dei luoghi dove ciascuna di queste scrittrici è vissuta, l’attenzione nel cogliere le sfumature nelle loro case, nelle loro vite, nei racconti dei testimoni ci catapulta con l’immaginazione un po’ più vicino a loro… come se le potessimo toccare o ascoltare… come se per la prima volta ne scorgessimo il cuore, un cuore totalmente diverso da ciò che le loro opere ci hanno trasmesso.
Si coglie l’intensità delle loro relazioni, felici o travagliate, ci si addentra in vissuti non sempre facili o privilegiati… e ci fa andare oltre ciò che spesso immaginiamo di queste autrici. La loro vita non è solo stata fama o riconoscimenti, ma anche contraddizioni, sofferenze, tormenti e dolori.
Vi consiglio questo viaggio letterario, questa esperienza diversa dal solito, queste pagine cariche di vita, cariche di storie di donne che, dopo aver letto questo libro, vi sembreranno sempre vicine… e un po’ più familiari!
Roberta Salis
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