Ted Bundy

Carissimi Amanti dei libri,

dopo aver approfondito personaggi del passato, oggi #emeseitalia ci propone la storia di un serial killer che continua a incuriosire e a far parlare di sé: Ted Bundy!

Figlio di Eleanor L. Cowell da cui prese il cognome, Ted visse la sua infanzia in una famiglia un po’ strana dove la madre figurava come sorella e il nonno era colui che diceva di essere suo padre… tutto questo perché la famiglia non voleva incorrere nella vergogna di dire che Eleanor era una ragazza madre abbandonata dal compagno, un marinaio, prima che nascesse il figlio. Il nonno-padre era un uomo all’antica con un temperamento irascibile e la passione per la pornografia.

Qualche anno dopo la nascita di Ted, la madre conobbe un uomo e si sposarono. Ted assunse dunque il cognome del patrigno “Bundy” ma non ebbe mai un rapporto affettuoso con lui, lo considerava un perdente e preferiva la figura forte del nonno.

A scuola non si distingueva per il suo rendimento e per la sua intelligenza ma la madre faceva sacrifici per permettergli di andare avanti. Era un ragazzino riservato e timido che passava inosservato, non si distingueva in nessuna materia in particolare. Aveva due amici con cui condivideva il tempo libero e le attività da boy scout e qui iniziarono i problemi…

Infatti, a detta degli amici, Ted era un tipo che aveva degli improvvisi attacchi d’ira se per caso qualcuno non gli piaceva o lo provocava e l’eccesso di ira mista ad aggressività cambiava il suo aspetto. Era un tipo a cui la rabbia bruciava dentro.

Per un periodo soffrì di una balbuzie che lo vide oggetto di scherno da parte dei compagni, ma prima di andare all’università riuscì a risolvere il problema. Divenne un giovane considerato attraente dalle ragazze anche se non sembrava molto esperto nell’approccio con loro. Lavorò moltissimo su sé stesso e sull’immagine che voleva dare di sé agli altri: curava la dizione e la modulazione della voce, si mostrava sicuro e sapiente, voleva essere bravo, il migliore e in ogni situazione voleva dimostrare di saperla controllare e di poterla impiegare a suo vantaggio.

All’università conobbe una ragazza più grande di lui, Diane Marjorie Jean Edwards, alta e di bell’aspetto con cui ebbe una relazione che durò circa un anno e mezzo… quel periodo fu per Ted speciale, fatto di passeggiate, feste e canzoni di Bob Dylan. Però, presto le cose cambiarono… e a Ted la relazione divenne stretta, una sorta di pentola a pressione da cui scaturì la vera personalità di Ted e non è quella che una persona poteva lontanamente immaginare!

Nel gennaio del 1974, Ted tenta il primo omicidio di una ragazza, Joni Lentz, che però sopravvive anche se con gravi lesioni cerebrali che segneranno per sempre il normale svolgimento della sua vita. Dopo di lei ci furono altre ragazze su cui Ted scagliò la sua furia omicida, tutte studentesse, che picchiava, violentava e uccideva. La strategia che Ted utilizzava era sempre la stessa: avvicinava le ragazze con gentilezza in cerca di aiuto, con una finta ingessatura in uno degli arti e chiedeva di aiutarlo a portare qualcosa nella sua macchina, un vecchio maggiolino Volkswagen, poi con la spranga le picchiava per tramortirle per poi divertirsi a torturarle e ucciderle.

Grazie ad una ragazza, Janice Graham, che non cadde nella trappola di Ted fu fatto il primo identikit ma lui si trasferì nello Utah.

Nell’ottobre del 1974 uccise una ragazza di 17 anni: Melissa Smith, scomparsa nel giorno del Ringraziamento e che fu ritrovata morta dopo vari giorni. Era stata violentata e sodomizzata prima di essere uccisa.

Per qualche tempo la furia omicida di Ted si placò, riuscì a tenere a bada la Bestia che sentiva di avere dentro che condizionava la sua vita, che viveva di irrefrenabili impulsi e di rabbia repressa… ma dopo alcuni mesi, gli omicidi ripresero…

Questa volta, Ted mieté le sue vittime in Colorado: 4 giovani studentesse scomparvero nei primi mesi del 1975 ma le indagini erano partite…

Infatti a Washington, l’ispettore B. Keppel era all’opera per scoprire chi si celasse dietro le sparizioni delle ragazze. Fece perquisire l’area Taylor Mountains dove furono trovati i resti di alcune ragazze… Ted aveva seppellito in quell’area alcuni dei corpi delle ragazze che aveva ucciso!

Finalmente, per una strana coincidenza, Ted fu arrestato dall’agente Haywood che noto un maggiolino di colore chiaro nei pressi di un paesino dello Utah… non aveva mai visto quella vettura e voleva capire di chi fosse… Come fermò l’automobile di Bundy, che inizialmente fece resistenza lanciandosi in una corsa per sfuggire al posto di blocco, si accorse di un dettaglio significante e insolito, mancava il sedile del passeggero.

E non solo… l’agente trovò anche una spranga, delle manette e un passamontagna… ed in seguito furono trovati dei capelli appartenenti alle ragazze scomparse.

Fu condannato e chiuso in carcere dove decise di difendersi da solo e in seguito… riuscì ad evadere da una finestra durante il tempo di permesso.

Dopo una fuga durata pochi giorni, la polizia riuscì a trovarlo e lo ricondusse in carcere.

Naturalmente, dopo pochi mesi, nel dicembre del 1977, riuscì a fuggire di nuovo e questa volta non fu facile trovarlo… Cambiò il suo nome e viveva di furti, affittò un appartamento vicino ad un campus universitario dove poteva studiare i movimenti delle studentesse che sceglieva come vittime.

Nel gennaio del 1978 ricomincio ad ascoltare la Bestia che aveva dentro e aggredì quattro ragazze appartenenti alla Chi Omega.

Una compagna di appartamento che rientrava nella confraternita trovò due ragazze morte nella loro camera: erano state picchiate e seviziate brutalmente, mentre altre due compagne riuscirono a sopravvivere all’aggressione.

Nel febbraio del 1978 fu il turno di una dodicenne che rapì mentre si spostava da un edificio ad un altro della scuola… la ragazza fu trovata molto tempo dopo in stato di decomposizione.

Fu arrestato ancora una volta per un errore che commise.

Aveva rubato una vettura la cui targa fu identificata dall’ufficiale che lo fermò. Diede un nome falso alla polizia di Pensacola, ma fu scoperta la menzogna…

Da questo momento in poi iniziò la fine di Bundy… fu iscritto nella lista dei criminali più pericolosi in America per mano dell’FBI, per i suoi omicidi e per le aggressioni in cui alcune ragazze sopravvissero e lo riconobbero tra i sospettati, fu condannato a morte, alla sedia elettrica!

Per due volte riuscì ad evitare l’esecuzione della pena capitale ma il 17 gennaio del 1989, non ebbe più scampo e la sentenza definitiva di morte non gli lasciò più l’occasione di sperare…

Il 24 gennaio del 1989, una scarica elettrica mise fine alla sua vita.

Che dire di quest’uomo che in tanti possono definire un pazzo, un folle, un mostro? Forse è nato nel periodo sbagliato, in un periodo in cui nessuno ha saputo riconoscere in lui la sua perversione, il disprezzo e il piacere che provava nell’essere padrone della vita delle vittime, nessuna ha saputo vedere in lui la Bestia che abitava nel suo animo e che lo faceva diventare feroce e in preda ai suoi istinti… lui si è dichiarato innocente fino alla fine!

Purtroppo la sua psicopatia gli impediva di comprendere realmente, anche se cercava di capirsi… non era in grado di fare scelte sensate e soprattutto di capire le emozioni umane profonde.

Consigliato in modo particolare agli amanti del genere #crime e della #criminologia

…ci sarebbe tanto da dire… vi lascio alla lettura del volume che potrete trovare anche su www.ivoltidelmale.it

Roberta Salis

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