DESCRIZIONE DEL LIBRO
“Portate frasi
e portate parole,
dite, scrivete!”
Asuka Ozumi vive in Italia, si occupa di manga e letteratura giapponese. In Giappone ha una nonna di novantotto anni che compone haiku tutti i giorni sul suo quadernetto a righe verticali, fitto di linee scritte a penna. Da cinquant’anni, insegna agli altri come intrecciare parole, spiegando che sono l’esercizio e la costanza ad allenare la poesia e a far sì che tra migliaia, decine di migliaia di versi, ogni tanto ce ne siano alcuni che “lasciano ammutoliti”. Si stima che sette milioni di giapponesi si dilettino a comporre haiku, incontrandosi, sfidandosi in circoli poetici che si moltiplicano e coinvolgono anche famiglie e bambini. Asuka ha scelto un haiku, in questa raccolta, tutta italiana:
Ah, poesie,
non servono a niente,
se non al cuore.
È lo spirito con cui son stati scritti, il miglior stato d’animo per incominciare la lettura.
RECENSIONE
Mi preme dentro
il buio affollato.
Inquietudine.
Carissimi Amanti dei libri,
oggi vi presento un libro diverso dal solito… Tutti sapete che a me piacciono le poesie ma quelle qui presenti sono qualcosa di più, infatti, è una raccolta di haiku…
Sapete cosa sono gli haiku?
Lenzuola sfatte,
bello il disordine
dopo l’amore.
Questo è un esempio. La sua particolarità è che si compone di tre versi di cinque, sette e cinque sillabe che non cercano la rima e non hanno nessun titolo. La poesia nasce dalla semplicità, dal dire con poche parole, dal quel poter lasciare il segno che stupisce e che ricorre all’essenzialità.
È un modo per creare un ricordo, per evidenziare un’emozione o per rendersi conto del qui e ora in cui viviamo. Nella semplicità e nella costruzione degli haiku c’è tanta vita ed è facile ritrovarsi in quei pochi versi…
Diciassette sillabe, otto-dieci parole che saranno mai? Ma se in questo “poco” ci fosse tutto ciò che vorremmo dire?
Questa raccolta è arricchita delle tenere illustrazioni e porta con sé un invito, ma questo lo lascio scoprire a voi.
Grazie alla CE Marcos y Marcos per la copia del libro.
Roberta Salis
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