Recensione #collaborazione con Francesco Vidotto @francescovidotto ed Elisa e Martina di @edizioniminerva che ringrazio per la copia del libro e per la fiducia accordatami!
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Questa brevissima storia racconta di un cervo ucciso da un cacciatore a caccia con il figlioletto di cinque anni.
L’animale era in fin di vita e il bambino abbracciò il suo forte collo.
Il cervo vecchio allora parlò all’anima del piccolo, di come nel tempo lungo della sua esistenza aveva imparato a conoscere l’uomo.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
oggi vi presento il libro di Francesco Vidotto, “Il cervo e il bambino”, un racconto che fa bene al cuore di chi lo legge e che vi farà riflettere!
Il racconto inizia quando un vecchio Cervo, un cervo reale delle Dolomiti, durante una battuta di caccia, viene ferito ed agonizzante tenta di sopravvivere… il figlioletto del cacciatore che voleva trovare per primo la preda, quando lo trova, invece che gridare per l’emozione, tace e abbraccia il povero animale ferito.
Il bambino passa dalla gioia alla tristezza e sussurra al cervo: “mi dispiace!”. Il Cervo che attraverso la pelle sente e capisce le parole e lo stato d’animo del bambino, decide che è arrivato il momento di riprendere a parlare con l’uomo e così, narra al figlio del cacciatore la sua storia.
Il cervo, da sempre è un abitante delle montagne, è abituato a camminare tra le nevicate, nella boscaglia e a muoversi la notte… un’estate, fece uno strano incontro con un essere che non aveva mai visto: l’uomo.
Questo essere strano, senza peli e senza coda non era abituato a vivere in montagna.
L’uomo aveva bisogno di ripararsi dalle intemperie, di costruire rifugi per vivere e di zappare la terra per coltivare il cibo. Ogni volta che uomo e cervo si incrociavano lungo il cammino, si guardavano in silenzio. L’uomo cercava sempre di tendere una mano con una carota per attirare l’animale, mentre i bambini volevano abbracciarlo… perché la fiducia si conquista con i gesti d’amore e non offrendo carote!
Furono tante le cose che il Cervo, attraverso la pelle, raccontò al bimbo non solo sul suo rapporto con l’uomo ma anche con gli altri animali. Durante la sua vita, il cervo, imparò il significato di prigionia, della parola guerra e disciplina, imparò cosa fosse la libertà e le bugie.
Il Cervo in questo racconto è la voce della Natura che chiede di essere amata e rispettata, la voce di ogni animale che l’uomo concepisce solo come preda e non come essere vivente che ha bisogno del proprio habitat e della propria libertà, la voce del Creato spesso distrutto da quel groviglio serpentino di strade che devastano i monti e rubano vita e spazio agli animali. Lo capiremo mai che il nostro essere evoluti spesso costa la vita a tutto il pianeta?
In un racconto dolcissimo e ricco di spunti di riflessione, l’autore ci ricorderà che l’uomo ha ancora una speranza… Quale? La scoprirete tra le pagine del racconto!
Vi consiglio di leggere questo racconto, di leggerlo con i vostri bambini, di diffonderlo nelle scuole e di custodirlo nel vostro cuore… abbiamo tutti bisogno di avere il cuore puro del bimbo che ascolta le parole del Cervo!
Roberta Salis
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