Autore: Juan Gabriel Vásquez
Traduttrice: Silvia Sichel
Edito da: Feltrinelli
Pubblicato nell’ottobre 2012
Pag. 283
DESCRIZIONE DEL LIBRO
La straordinaria scrittura di Vásquez si cimenta in un thriller politico di rara potenza, ambientato nella più generale guerra di droga che sconvolse la Colombia negli anni ottanta e novanta. A Bogotá, Antonio Yammara legge un articolo su un ippopotamo fuggito da uno zoo abbandonato, un tempo di proprietà di Pablo Escobar, il leggendario re della droga. L’articolo riporta Antonio al periodo in cui si scatenava una guerra senza esclusione di colpi tra il cartello di Medellín e le forze governative. All’epoca, Antonio aveva avuto modo di assistere all’omicidio di un amico, un evento che continua ad ossessionarlo. Nel corso delle sue indagini, scopre i molti modi in cui la sua stessa vita e la famiglia del suo amico siano state plasmate dal recente violento passato del suo paese. È un viaggio che lo riporta indietro anche agli anni sessanta, a un tempo prima che il narcotraffico intrappolasse un’intera generazione e un paese in un incubo vivente. Pluripremiato, Il rumore delle cose che cadono prende le mosse dalla vicenda di un’amicizia impossibile per restituire la commovente storia di un amore e il drammatico affresco di una nazione lacerata dalla violenza.
RECENSIONE LIBRO
Carissimi amanti dei libri,
oggi voglio parlarvi del libro di Juan Gabriel Vásquez, “Il rumore delle cose che cadono”… una storia particolare che non sono riuscita a cogliere bene all’inizio ma che, con lo scorrere delle pagine, alla fine mi ha conquistata!
La storia narrata avviene in Colombia, Paese segnato nel passato dal nome di Pablo Escobar e dalle numerose vicende legate al narcotraffico. Il protagonista e la voce narrante è Antonio Yammara, professore universitario di giurisprudenza, che per caso incontra un uomo chiamato Ricardo Laverde… Laverde è un uomo ambiguo, enigmatico, di poche parole che, un giorno, mentre camminavano viene assassinato sotto il suo sguardo impotente. Anche Yammara viene ferito nell’attentato e quelle ferite, oltre al dolore, apriranno in lui la porta verso l’ossessione di conoscere la storia e il segreto di Laverde, la sua mente percepisce continuamente la difficoltà di non trovare soluzione ai sui quesiti. Così, spinto dalla voglia di trovare la verità e di dare risposta alle sue ossessioni, si mette alla ricerca di chi possa aiutarlo a ritrovare la pace. Se nella prima parte del romanzo il ritmo appare lento e un po’ confuso, nella seconda parte diventsa coinvolgente e interessante…Infatti, Yammara, conosce la figlia di Laverde e si reca nella sua casa per raccontarle gli ultimi giorni di vita del padre… ed è proprio grazie a questo incontro che tutta la prima parte del romanzo acquista senso. Infatti, la figlia di Laverde, Maya, racconta ad Antonio Yammara tutto ciò che vuole sapere: del suo lavoro legato al traffico di droga, della moglie, delle difficoltà economiche, dell’arrivo della figlia nonostante le mille difficoltà, della morte della moglie e della sua sparizione. Tutto improvvisamente trova senso!
Vale la pena vivere la lentezza della prima parte del romanzo e lasciarsi prendere da quel senso di incomprensione che regna tra le pagine… perché nella seconda parte, non vorrete staccarvi dalle pagine!
Ho apprezzato il libro, certamente l’autore ha un modo di scrivere fuori dai canoni. Avrebbe potuto raccontare diversamente la storia ma… perché dobbiamo pretendere che tutto rientri nei nostri canoni? Non è meglio lasciarci stupire?
Roberta Salis
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