Autore: Jack London
A cura di: Ottavio Fatica
Edito da Adelphi, 353
Pubblicato nel 2009
Pag. 94
Genere: Letteratura nordamericana
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Nell’anno 2013, in un mondo dominato dal Consiglio dei Magnati dell’Industria, scoppia un’epidemia che in breve tempo cancella l’intera razza umana. Sessant’anni dopo, nello scenario post-apocalittico di una California ripiombata nell’età della pietra, un vecchio, uno dei pochissimi superstiti (e a lungo persuaso di essere l’unico), di fronte a un pugno di ragazzi selvaggi – i nipoti degli altri scampati – riuniti intorno a un fuoco dopo la caccia quotidiana, racconta come la civiltà sia andata in fumo allorché l’umanità, con il pretesto del morbo inarrestabile, si è affrettata a riportarsi con perversa frenesia a stadi inimmaginabili di crudeltà e barbarie. La peste scarlatta è uno dei grandi testi visionari di Jack London, che qui ancora una volta anticipa temi che, un secolo dopo, diventeranno ossessivi.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
il libro di cui vi parlo oggi mi ha colpito per il messaggio che porta con sé e che viene espresso chiaramente dall’autore:
“Niente potrà impedirlo… la stessa vecchia storia si ripeterà. L’uomo si moltiplicherà e gli uomini si combatteranno. La polvere da sparo permetterà agli uomini di uccidere milioni di uomini, e solo a questo prezzo, con il fuoco e con il sangue, si svilupperà, un giorno ancora lontanissimo, una nuova civiltà. E a che pro? Come la vecchia civiltà si è estinta, così si estinguerà la nuova. Ci vorranno forse cinquantamila anni per costruirla, ma finirà per estinguersi. Tutto si estingue”. (pag. 79)
Jack London nel libro “La peste scarlatta” non fa giri di parole e mette insieme nel suo romanzo passato e presente, fantascienza e futuro, realtà e utopia raccontandoci ciò che il protagonista e voce narrante del romanzo ha vissuto direttamente. E la sua narrazione avviene senza omettere particolari crudi e toccanti…
Un superstite, James Howard Smith, ex professore universitario, racconta ai suoi tre nipoti, in un contesto post-apocalittico che fa venire i brividi, della pestilenza che nel 2013 ha quasi sterminato l’umanità, lasciando al mondo poche persone…La pestilenza si chiama Morbo Rosso e costringe i pochi sopravvissuti ad arrangiarsi a vivere senza nessun tipo di tecnologia e soprattutto a confrontarsi con se stessi e con le loro paure più profonde, a vedere cose che fino a poco tempo prima non si sarebbero mai sognati…
Non esistono più governi, istituzioni, poteri… le persone che si salvano sono ridotte allo stato selvatico e la parola sembra non avere più regole grammaticali, non esiste più la cultura, l’arte e nemmeno “classi sociali”, tutti sono allo stesso livello… quello del dover combattere per sopravvivere!
L’anziano superstite descrive con le lacrime agli occhi la crudeltà e la mancanza di saggezza di coloro che hanno lasciato che la malattia si diffondesse, sottovalutando l’emergenza e facendo di tutto per sconfiggere i deboli invece che preoccuparsi di debellare la malattia…
Fa riflettere dopo oltre due anni di pandemia leggere il libro di London e forse lo si capisce pienamente proprio per ciò che abbiamo vissuto. Non l’ho trovato angosciante ma senza dubbio è stato profetico visto che è stato scritto nello scorso secolo e preciso nei dettagli narrati… Credevo che non sarei riuscita a leggere più nulla che parlasse di pandemia, invece, l’aver dovuto aprire per forza gli occhi, in questi anni, a scenari che mai avrei pensato di vedere nella realtà ma che tante volte abbiamo visto al cinema mi ha trovato pronta. Era il suo momento!
Una lettura breve e intensa, evocativa, coinvolgente e capace di catapultare chi legge all’interno della narrazione, proprio davanti al fuoco dove si scaldano i protagonisti… lo consiglio a tutti, forse riusciamo a capirne veramente la portata solo ora!
Roberta Salis
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