Autore: Gustave Flaubert
Traduttrice: Natalia Ginzburg
Edito da Einaudi
Collana: ET Classici
Pubblicato nel giugno 2015
Pag. 393
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Charles Bovary, un modesto medico di campagna, sposa in seconde nozze Emma Rouault. Emma, sognatrice e romantica, è presto delusa dalla mediocrità del marito e dalla sua vita in provincia. Bovary, per distrarla, si trasferisce a Yonville dove Emma è corteggiata da un giovane, Léon, che però non le confessa il suo amore e parte per Parigi. Emma diventa l’amante di Rodolphe, un dongiovanni di provincia, da cui però è abbandonata. La donna, sconvolta, cerca in ogni modo di stordirsi. A Rouen ritrova Léon, ma ben presto stanca anche lui. Inizia così la degradazione di Emma: si indebita con un usuraio, all’insaputa del marito, e non sa come pagarlo. Chiede aiuto a Léon e a Rodolphe poi, disperata, si uccide. Bovary si lascia lentamente morire.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
a proposito di classici… con il GdL #classicsinfriendship qualche tempo fa abbiamo letto “La signora Bovary” di Gustave Flaubert. Eh, lo so, la traduzione del titolo non piace molto neanche a me! Per me resta Madame Bovary…
Il romanzo è ambientato in Francia nel XIX secolo, ma all’inizio del romanzo la protagonista non compare, ci viene invece presentato un giovanissimo Charles Bovary, ai tempi della scuola, come uno scolaro buffo e che subisce le prese in giro dei compagni e del professore (Dunque, il bullismo esiste da sempre? Credo proprio di sì!) per il suo pronunciare il suo nome in un modo goffo e incomprensibile. Ci vengono mostrate le sue umili origini e la forte ambizione della madre che spinge il figlio a diventare medico superando se stesso per laurearsi prima di tutti. Non solo… appena laureato la madre gli trova lavoro e anche una donna più grande di lui con cui sposarsi. La moglie di Charles però, muore presto. Charles, rimasto vedovo, posa il suo sguardo su una giovane contadina dal portamento elegante e delicato, Emma, figlia del signor Roualt, un paziente che ha curato.
Anche per Emma, Flaubert, traccerà un quadro accurato per farcela conoscere e poi la narrazione prende il via concentrandosi soprattutto su Emma.
Spicca sin da subito quanto Charles ed Emma siano diversi: per carattere, per età, per interessi. Mentre Charles appare un uomo buono ma senza carattere, privo di iniziativa, poco ambizioso e incapace di prendere posizione, tanto da farsi andare bene tutto ciò che dice la madre e poi Emma… Un uomo succube della madre che spesso ascolta più della sua sposa! Non è semplice invece delineare il profilo di Emma. Un profilo complesso e che si presta a tante, tantissime interpretazioni, a seconda dell’aspetto che si prenda in considerazione.
Emma appare come una donna in cui vivono mille contraddizioni e… tutto fa pensare che sia una donna dalle facili passioni, annoiata, insoddisfatta, sembra quasi apatica in certi frangenti. Ama lo sfarzo, si lascia conquistare dal bello. Altre volte sembra profondamente ingenua, come se nella realtà potesse vivere le passioni travolgenti che ama nelle sue letture. Si comporta come se della figlia non le importasse nulla, la respinge. Vuole essere amata e si lascia andare ai piaceri della carne, eppure nemmeno questo la rende contenta e soddisfatta della vita, è una donna senza pace, sempre alla disperata ricerca di qualcosa che sazi la sua anima e colmi la sua vita mediocre, una vita molto diversa dai romanzi su cui è cresciuta e che l’hanno fatta sognare.
Emma: o la si ama o la sia odia se si è estremisti, ma personalmente mi colloco tra coloro che cerca di comprendere il miscuglio di vite, di sentimenti, di ricerca che affollano l’anima di Emma. Non riesco a giudicarla anche se abbracciare totalmente il suo personaggio non è facile!
Emma che, evidentemente, non ama Charles…
Emma che si concede passioni frivole…
Emma che si circonda di persone che le rubano la vita… persone senza scrupoli che si approfitteranno di lei in ogni modo…
Emma che ti fa provare immensa compassione e che vorresti salvare da se stessa…
Emma che, se non presti attenzione, ti trascina con sé…
Emma che si crea lo spazio dove sprofondare per non rialzarsi più…
Colpisce quel malessere psicologico della protagonista che quasi crea una sensazione di pesantezza e di nausea, quel suo modo di vivere in balia di tutto e di tutti… l’attaccamento alle cose e la morbosa ricerca di un alito di vita che no, non trova… nessuno capirà Emma!
E spende, spende, spende tutto, si indebita, non è più padrona di sé. Chi le vende beni di lusso se ne approfitta fino a sfibrarne ogni moto di vita. Nessuno la sostiene nel risollevarsi dai debiti ed Emma fa la scelta più crudele che esista.
La stessa che sceglierà anche Charles.
Perché la verità spesso ci viene sbattuta in faccia quando meno ce l’aspettiamo, così è stato per Charles…
Ed il cuore crolla ammutolito.
Non ci sono parole alla fine di tutto. Io non le ho trovate e non le trovo nemmeno oggi. Sgomento. Vuoto. Si resta in sospeso…
La narrazione parte lenta ma acquista tono man mano che si va avanti tanto che si resta piacevolmente ‘incastrati’ tra le pagine per comprendere come va a finire…
Ho apprezzato la scrittura di Flaubert, qualche parte l’ho trovata un po’ prolissa ma sono felice di essermi addentrata nella storia di Emma che mi ha ricordato quanto in lei siano presenti i vissuti di molte donne, quanto la sua vicenda sia attuale e quanto questo libro vada letto senza giudicare… così come dovremmo fare nella vita: ripeto, non giudicare!
Roberta Salis
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