Autore: Paolo Cognetti
Edito da Einaudi
Pubblicato nel novembre del 2016
Pag. 201
DESCRIZIONE DEL LIBRO
La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. Lo ha imparato Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo. Una storia di amicizia tra due ragazzi – e poi due uomini – così diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.
RECENSIONE
Carissimǝ Amanti dei libri,
oggi vi parlo del libro di Paolo Cognetti “Le otto montagne”, libro che ha diviso i lettori tra coloro che lo hanno amato e coloro che non lo hanno apprezzato. I gusti sono gusti, lo sappiamo e proprio per questo è bello leggere e farsi una propria opinione.
Personalmente mi è piaciuto e sono qui per raccontarvi qualcosa.
Sullo sfondo della montagna che meraviglia con la sua maestosità, la sua semplicità e per il modo di vivere la vita di coloro che vi abitano, ci imbattiamo in una storia di amicizia che metterà le radici nel nostro cuore… una piccola perla rara che commuoverà in modo inaspettato.
Grana è un piccolo paesino della Valle d’Aosta ai piedi del Monte Rosa, in questa piccola realtà montanara Pietro, voce narrante del romanzo, e la sua famiglia sono soliti trascorrere le vacanze. Il padre di Pietro è un amante delle montagne da sempre, adora i lunghi sentieri, le passeggiate silenziose che gli permettono di allontanarsi dai rumori della grande città, dal caos di Milano e ama soprattutto le scarpinate per raggiungere le cime più importanti.
Per lui raggiungere nuove vette è ogni volta una conquista, lo fa stare bene. La madre è un’infermiera, un carattere forte che ama prendersi cura delle persone e di ciò che la circonda ma a differenza del padre preferisce la tranquillità a quelle lunghe camminate… La montagna si può amare in tanti modi, a ciascuno il suo!
Quando Pietro è un bambino conosce Bruno un ragazzino del luogo con cui nasce una solida amicizia nonostante le loro diversità di vita e caratteriali. Ma nulla li ostacolerà, è un po’ come se il destino li avesse posti sulla stessa strada.
“Quella sera nel letto faticai ad addormentarmi.
Era l’eccitazione a tenermi sveglio: venivo da un’infanzia solitaria, e non ero abituato a fare le cose in due”. (Pag. 24- 25)
Bruno a differenza di Pietro ha una famiglia assente che si preoccupa poco di lui e dei suoi bisogni, non si cura nemmeno del fatto che vada o non vada a scuola. Con Bruno il soggiorno in montagna è molto più divertente per Pietro ed insieme scoprono sempre nuovi sentieri, si ingegnano in nuove avventure. I due diventano come fratelli e spesso si uniscono al padre di Pietro in quei lunghi percorsi in salita e spesso vissuti in silenzio.
Durante l’età dell’adolescenza iniziano i dissapori con il padre e Pietro smette di seguirlo nelle sue camminate in montagna, anche per Bruno le cose cambiano perché inizia a lavorare così i due amici un po’ si perdono di vista.
“ – Devi parlarci, – disse mia madre quella mattina.
– Guarda che ci sta male.
– Ma non è lui che mi deve parlare?
– Tu sei capace, lui no.
– Ma capace di cosa?
– Dài che lo sai. Aspetta solo che vai lì e gli chiedi di andare con lui.
Lo sapevo, sì, ma non lo feci. Me ne andai in camera, e, poco dopo, guardai dalla finestra mio padre che si allontanava con suo passo pesante, lo zaino sovraccarico di ferraglia”. (Pag. 70)
Quando improvvisamente il padre muore Pietro scoprirà di avere ereditato un piccolo terreno in montagna e sarà l’occasione per stare di nuovo gomito a gomito con il suo amico Bruno. Pietro in quel tempo è un documentarista affermato che viaggia per il mondo mentre Bruno è rimasto tra le sue amate montagne arrangiandosi con i lavori che trova ed è diventato molto capace in vari mestieri… Il loro rapporto non ha perso solidità nel tempo che sono stati lontani e l’occasione di cercare il terreno ricevuto in eredità da Pietro darà nuovo slancio alla loro amicizia.
Sarà Bruno a condurre Pietro nel terreno di montagna ereditato, si offrirà di aiutarlo a costruire la piccola casa che diventerà un rifugio che useranno entrambi per trascorrere le loro estati e i loro inverni, ma sarà anche un luogo accogliente per chiunque si trovi a passare per quelle montagne e necessiti ristoro. La piccola baita verrà edificata in memoria del padre di Pietro… sarà umile ed essenziale ma darà tutto il calore che una persona cerca.
Pietro scoprirà che durante la sua assenza il padre quando era in vita amava conquistare la montagna con Bruno al suo fianco, si renderà conto che la conquista delle cime più alte era per il padre una grande soddisfazione di cui troverà traccia.
Con il diventare adulti l’amicizia tra Pietro e Bruno si evolverà ulteriormente e nelle loro vite entreranno altre esperienze… La fatica, le difficoltà, il fallimento dei progetti, ma apriranno anche il cuore ad esperienze come l’amore, la famiglia, la voglia di conoscere ed esplorare la vita ma sempre ognuno secondo le proprie aspirazioni.
“ – Tu dovresti scendere con me.
– Ancora?
– Lo guardai. Gli era venuto in mente qualcosa che lo faceva sorridere. Disse: – Da quanto tempo siamo amici?
– Mi sa che sono trent’anni l’anno prossimo, – risposi.
– E non sono trent’anni che provi a farmi scendere da qui?
Poi aggiunse: – Non ti devi preoccupare per me. Questa montagna non mi ha mai fatto male”. (Pag. 196)
Pietro pur avendo imparato che il passato è a valle e il futuro è a monte si spingerà su vette che mai si sarebbe aspettato di raggiungere… e chi legge viaggerà con lui.
E con Bruno resterà il vostro cuore.
Nel romanzo di Paolo Cognetti c’è l’intensità che regala la montagna come luogo fisico fatta di silenzio, spazi maestosi, vette che tolgono il fiato, la bellezza della natura incontaminata ma c’è anche tutto quel bagaglio di esperienze che si fanno: la solidarietà, l’amicizia, il vincere la paura e le fatiche, il diventare famiglia pur senza avere legami di sangue…
Personalmente l’ho trovato delicato e coinvolgente, ho amato l’intreccio delle vite del ragazzo di montagna e del ragazzo di città che sono cresciuti amandosi attraverso un’amicizia che li ha legati nella loro diversità di vita ma nella voglia di non rinunciare mai a essere loro stessi, con i loro desideri e le loro aspirazioni. Il rispetto attraversa sempre il loro stare insieme. Ho goduto molto del cogliere le loro personalità così diverse e allo stesso tempo così in sintonia… un feeling che non si è consumato con il passare del tempo, il segno che l’amicizia vera esiste, il segno che la diversità può sempre essere una ricchezza!
La scrittura è scorrevole, il linguaggio semplice e spontaneo. Un romanzo di formazione che lascia il segno.
Ve lo consiglio? Certamente. Io l’ho trovato particolarmente piacevole e ho un po’ sognato vivendo le avventure dei due amici… fino alla fine!
Roberta Salis
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