L’età dell’innocenza

Carissimi Amanti dei libri,

avete voglia di un classico? Conoscete Edith Wharton?

Oggi vi presento “L’età dell’innocenza” di Edith Wharton ambientato nella New York del 1870, alla fine del XIX secolo dunque.

Sin da subito si coglie la particolarità dell’ambientazione … snob e impostata, si ha la sensazione di qualcosa di costruito artificialmente, di scandente, di sopportato perché ‘si deve’. Questa sensazione caratterizzerà anche i personaggi che incontreremo, non è uno spoiler, è un dato di fatto a cui pochi si sottrarranno!

La scena si apre all’Opera dove le famiglie nobili appartenenti a quella città senza tempo sono presenti  quando il giovane Newland Archer, avvocato, annuncia felicemente il suo fidanzamento con la bella e dolce May Welland, nipote di una delle famiglie più in vista di New York, quella dei Manson Mingott… ma è proprio in questo momento di gioia senza precedenti che, improvvisamente, sul palcoscenico della loro vita e sul palco della famiglia di May, arriva la cugina, Ellen Olenska, sposa del conte Olenski. La sua presenza non passa certamente inosservata per la sua bellezza ma anche per il suo essere diversa da tutti coloro che appartengono a quel contesto fatto di convenzioni, regole, pettegolezzi, linguaggio standard e vestiti alla moda dove tutto è studiato per apparire, ostentare, far vedere…

Ellen Olenska non gode di buona fama, il matrimonio con il ricco conte è sull’orlo del fallimento, lui non la ama e lei è decisa a divorziare, per questo lo ha abbandonato ed è partita da sola per l’America. Ellen vuole cambiare vita… che senso ha vivere con un uomo che non la ama e che preferisce altre donne alla sua compagnia? Già, che senso ha? Credete che la società americana possa capirlo o voglia capirlo?

La cugina, May, la adora e parla di lei sempre amorevolmente… Anche Newland fa il possibile, anche per amore di May, perché la contessa Olenska non divorzi. D’altra parte Newland ha tutto l’interesse che la sua futura famiglia con May non venga marchiata da un divorzio che li farebbe sfigurare con tutta la società newyorchese. Infatti, le famiglie nobili che vivono di codici da seguire, di etichette e di regole ferree non glielo perdonerebbero…

Già, la contessa, Ellen Olenska, viene vista troppo libertina per quell’ambiente, con il suo vestiario troppo europeo, il suo carattere troppo indipendente e no, un divorzio non glielo perdonerebbero mai. Quel matrimonio va salvato e sarà proprio Newland Archer a fare da mediatore, a fare in modo che Ellen ragioni su ciò che vuole fare, perché deve riflettere sull’onore che infangherà con la sua decisione.

Il problema è che Newland Archer sin dal primo sguardo è rimasto colpito, affascinato, ammaliato da quella giovane donna… il suo stato d’animo è sconvolto da un combattimento interiore continuo… non vorrebbe convincerla a tornare dal marito, ma sarebbe inaccettabile per la società che lei, come donna, rinunciasse alle promesse nuziali, che scandalo sarebbe! Secondo la società newyorchese non ha scelta: deve tornare dal marito, rinunciare all’idea del divorzio e vivere con il marito qualunque cosa succeda, nel bene e nel male come si promette nel matrimonio… e sarà questo che Newland cercherà di fa capire alla contessa Olenska, perché anche Newland non ha scelta, non può andare contro la sua famiglia o quella della sua futura sposa. Deve adeguarsi alla mentalità corrente.

Ellen Olenska, dunque, non può che rinunciare alla sua idea di divorzio. Questo è l’unico modo per fa parte di quella società che la giudica diversa e ne disprezza i modi. Rinunciando al divorzio tutti l’accolgono con gioia. Che tristezza, vero?

Nel frattempo fervono i preparativi per il matrimonio di May e Newland…

May è felice e innamorata del suo Newland, fedele, sottomessa, sempre pronta a compiacerlo, una ragazza che vive e condivide i valori di quella società fatta di regole, di apparenza, di compiacimenti spesso assurdi…

Newland ama May, continua il suo lavoro come avvocato, è felice ma con un’ombra che, spesso, oscura i suoi pensieri, infatti, nel cuore sente che la contessa Olenska ha catturato i suoi sentimenti… non può fare a meno di vederla e ogni occasione è buona per incontrarla.

Anche Ellen Olenska non è indifferente all’affetto di Newland… ma per rispetto della cugina resta sempre un passo indietro. D’altra parte, se lei non può divorziare dal marito che senso avrebbe la loro relazione? Non sarebbe andare contro i valori del tempo?

Un intreccio narrativo ben delineato, una lettura inaspettata e coinvolgente dove ci si ritrova immersi in una società che soffoca e non lascia scampo, diciamocelo chiaramente… la gente è molto snob e attaccata a canoni di vita che oggi ci starebbero molto stretti, è un romanzo dove i personaggi si amano e/o si odiano, fanno sorridere e a volte, fanno storcere il naso. Le pagine scorrono, la Wharton ha la capacità di coinvolgere e di far sentire chi legge parte della vicenda, si vuole capire cosa ci sarà nel capitolo successivo, la curiosità di capire cosa ne sarà dell’amore tra Newland e May, ma soprattutto è morboso il desiderio di conoscere il destino della travagliata storia tra Newland ed Ellen Olenska… e questo perché in una società così rigida il colpo di scena cambierebbe molti equilibri.

Naturalmente non posso raccontarvi tutto, vi toglierei il bello della lettura… ma queste poche pennellate bastano per farvi entrare in questo romanzo che ha il dono di mettere in luce le contraddizioni… quelle che esistevano nel 1870 ma che, anche oggi, vediamo ovunque si viva… perché certe regole esistono ancora!

La New York che la Wharton ci presenta è statica e ristretta mentalmente, non accetta la mentalità europea in continua evoluzione, la giudica esagerata per i suoi costumi e per la libertà che vivono i cittadini… ma nella città Americana la chiusura mentale a tutto ciò che non è riconosciuto da quella società e le convenzioni profumano di muffa, si accettano situazioni assurde, si vive di apparenza e sorrisi falsi, di malelingue, si abbracciano pensieri che non si condividono pur di compiacere, non c’è la libertà di dire la verità perché sarebbe scorretto e offenderebbe ‘il buon gusto’… insomma, aleggia ipocrisia allo stato puro pur di mantenere alto l’onore delle famiglie più in vista!

Un romanzo che, come detto, presenta le contraddizioni del tempo, un matrimonio di facciata e una storia dolorosa d’amore che, come a volte accade, è destinata alla rinuncia e al silenzio…

Scritto bene, scorrevole, appassionante fino all’ultima pagina… a me il finale ha stretto il cuore!

Non posso che consigliarlo.

Roberta Salis

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