Memorie del sottosuolo

Autore: Fëdor Dostoevskij

Traduttore: Alfredo Polledro

Edito da Einaudi Tascabili

Pubblicato nell’aprile del 2014

Pag.132

Genere: Classici

DESCRIZIONE DEL LIBRO

Nella prima parte, “Il sottosuolo”, il protagonista racconta la sua infanzia e la formazione della personalità più nascosta (il sottosuolo per l’appunto). Nella seconda, “A proposito della neve fradicia”, ripercorre alcuni episodi della sua vita dove più emerge il “sottosuolo”. Segue alcuni compagni di scuola ad una cena, sfoga poi l’amarezza per le offese subite su Liza, una prostituta incontrata in una casa di tolleranza, mostrandole con durezza che cosa l’aspetta nel futuro. Dopo qualche giorno Liza ritorna da lui col desiderio di una vita pura, ma viene trattata con disprezzo e volgarità. Per umiliarla le mette in mano un biglietto da cinque rubli, che poi ritroverà sul suo tavolo quando la donna se ne sarà andata, testimonianza della grande dignità di Liza.

RECENSIONE

Carissimi Amanti dei libri,

oggi vorrei parlarvi di un capolavoro, di uno di quei libri da leggere e rileggere con la certezza che si coglierebbe sempre qualche nuova sfumatura, un senso profondo che mai si estingue. Non si può negare l’originalità del testo e la sua attualità ancora oggi.

“Memorie dal sottosuolo” di Fëdor Dostoevskij è uno di quei libri che scava nell’animo umano dove il protagonista non ha paura di esplorarne l’abisso oscuro e di parlarne senza mezzi termini. Nel prologo il protagonista ci regala una lunghissima autoanalisi in cui non si riesce a distinguere la sua figura da quella dello scrittore e di chiunque legga. Infatti, il protagonista non ha nome, potrei essere io o ciascuno di voi…

Non è un filosofo ma è strabiliante la sua capacità di indagare sull’esistenza umana mettendola a nudo soprattutto in quegli aspetti che odiano la luce e che restano intrappolati nell’umana coscienza. Anche qui compare un tema molto caro all’autore, ossia la contrapposizione tra bene e male, il dilemma dell’essere umano, l’insofferenza per tutto ciò che costringe ad un’esistenza senza via d’uscita.

Questo è il romanzo che spiana la strada alla scrittura dei grandi romanzi successivi.

Scritto nel 1864, pur essendo molto breve si compone di due parti.

La prima parte intitolata “Il sottosuolo” si distingue per la sua profonda analisi su sé stesso ora che è un uomo maturo di quarant’anni. Fa un lungo monologo toccante e incisivo sulla società in cui vive dove tutto è passeggero, superficiale e volto a svanire eppure è questo ciò che insegue la maggioranza della gente senza rendersene conto. Lui, da semplice impiegato respinge la realtà ed allo stesso tempo cerca di farne parte finendo così per vivere episodi realmente imbarazzanti, atti di ribellione grotteschi e ridicoli per certi versi. Così, il protagonista si rifà all’immagine del sottosuolo per identificare la parte più profonda del nostro animo dove tutti cerchiamo di nascondere o reprimere pensieri indicibili affinché non vengano mai alla luce. Non è un luogo che ha una collocazione geografica, ma è quella parte di noi nascosta al resto del mondo. Dostoevskij in quel sottosuolo trova solo contraddizione, cattiveria e oscurità… è la condizione di ogni essere umano che cerchi di stare al mondo. Ci soffoca ma non la si può estirpare!

L’uomo è come un giocatore che ama raggiungere un fine ed è disposto a tutto convinto che questo sia la vita.

Si identifica con un uomo malato e cattivo, come uno che non ha nulla che attragga lo sguardo altrui… non è un eroe, anzi è quanto di più lontano esista da quei personaggi in cerca di gloria. Si sente infelice e disprezza tutto quello che lo circonda anche se poi ne è attratto.

Alla fine di una lunga riflessione si apre la seconda parte.

La seconda parte è intitolata “A proposito della neve bagnata” narra di alcuni avvenimenti avvenuti durante la giovinezza, probabilmente quando aveva vent’anni. Li riporta alla memoria per sottolineare la sua incapacità di intessere rapporti umani e questo diventerà particolarmente chiaro dopo il fugace incontro con una giovane prostituta. Questo incontro turberà il suo animo dato che la giovane, Liza, sarà la prima persona a mostrargli affetto, un sentimento sincero che non aveva mai sperimentato e che lo farà degenerare in una battaglia interiore da cui scaturirà la sua brama di dominio che ha sempre contraddistinto tutti i suoi rapporti. Si diverte ad umiliare anche se poi appare pentito…

Intenso, profondo, drammatico e capace, mentre si legge il libro, di farci entrare nel profondo di noi stessi per porci mille domande come se fossimo lì con il protagonista immersi nell’abisso… nel sottosuolo!

Adoro Dostoevskij ed il suo coraggio di portare alla luce le contraddizioni dell’animo umano, di scandagliarne le profondità e, senza vergogna, di farci sentire “normali” in un mondo di persone che si atteggia da supereroi. Invece no, tutti abbiamo il nostro “sottosuolo”!

Tuttavia, nel suo scandagliare l’animo umano non ci fornisce risposte, ma è certo che ci troveremo a riflettere e a porci domande che chissà se un giorno avranno risposta.

Bello, da leggere e rileggere.

Un classico dalle mille sfumature e che ha sempre nuovi dettagli che interrogano.

Roberta Salis

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