Autore: Luigi Incoronato
Titolo: Scala a San Potito/ Le pareti bianche
Edito da Roberto Nicolucci Editore
Pubblicato nel gennaio 2022
Pag. 168
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Dalla penna ingiustamente dimenticata di Luigi Incoronato, scrittore d’eccezione scomparso prematuramente, nascono le potenti pagine di due vere e proprie gemme della letteratura italiana e napoletana. “Scala a San Potito”, romanzo d’esordio dell’autore, pubblicato per la prima volta nel 1950, mette in scena la Napoli dell’immediato dopoguerra: una città desolata, afflitta dalla miseria e ferita indelebilmente nel profondo. Lo sguardo del protagonista – intellettuale militante e alter ego dell’autore – si posa sulla devastante realtà della Scala a San Potito: un tetto improvvisato sotto il quale s’intrecciano le miserevoli storie dei suoi abitanti. «Lì, su quella gradinata, quegli esseri umani avevano ben poche speranze di incontrare chi gli offrisse loro il modo di guadagnarsi un tozzo di pane.» Esseri umani condannati a una vita immobile, fatta di giornate che scorrono lente in cui la fame attanaglia e il lavoro non arriva. Scala a San Potito è un romanzo breve ma dal ritmo serrato che nasconde al suo interno un cupo pessimismo. È un racconto di miseria che lascia l’amaro in bocca ma anche la storia di un’amicizia ricca di dolcezza. Le pareti bianche, romanzo d’ispirazione autobiografica pubblicato postumo nel 1968, esplora le condizioni del disagio psicologico del protagonista, un reduce di guerra tornato in Italia dopo essere stato ferito sul fronte greco-albanese. Disilluso dalle ragioni di una guerra in cui non crede e schiacciato dalla paura di tornare faccia a faccia con quegli orrori, il narratore decide di chiudersi in un’amnesia volontaria, simbolo del silenzio e dell’isolamento dell’individuo contemporaneo. Dalla stanza di un ospedale militare, l’unica possibilità di tornare alla vita sembra risiedere nell’oblio. La sua voce, carica di melanconia e disperazione, sparisce all’interno delle quattro mura che lo circondano e, tutto quello che rimane, è il colore delle pareti, bianche, come una pagina vuota che cela la speranza di un nuovo inizio: «Il futuro, il futuro dietro quelle pareti bianche, il futuro, domani, come si arriverà alla pace, che tipo di pace, e come ci arriverò, che parte avrò, chi sarò?» Le pareti bianche è un racconto intenso e introspettivo che, attraverso il suo testo stringato e telegrafico, scava nel profondo dell’animo umano e ne interroga i turbamenti.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri, oggi facciamo un salto nel Novecento italiano per parlarvi di un’opera, forse, poco conosciuta, ma che merita tutta la nostra attenzione. Si tratta di “Scala a San Potito e Le pareti bianche” di Luigi Incoronato, vi darò poche pennellate perché molto brevi sono anche le due opere… spero possano incuriosirvi. La sofferenza e la disperazione sono il filo conduttore delle due opere.
Scala a San Potito è ambientata a Napoli nel periodo del dopoguerra che vede un gruppo di persone nullatenenti come protagonisti. Nella pioggia e nel vento, la loro vita è sulla scalinata, nella disperazione, nel degrado di chi cerca di vivere giorno dopo giorno sperando di trovare qualcosa che li faccia sopravvivere, qualunque cosa… Dove si vive e si muore, dove si ruba tra poveri. Dove pur di vivere un giorno in più e cercare fortuna si rischia di commettere atti illeciti… In fondo, chi darebbe fiducia a quei disperati? I dialoghi sono preponderanti e spesso si rischia di perdere chi sia la voce che parla. Lo stile è essenziale ma capace di tenere incollati alle pagine. Ho avuto la sensazione di percepire il freddo di quelle scalinate, mi è piaciuto molto la descrizione della quotidianità… mi ha fatto sentire vicino ai protagonisti.
Le pareti bianche è una sorta di autobiografia scritta in seguito alle ferite riportate in guerra sul fronte greco-albanese. Sarà impossibile non sperimentare l’angoscia del protagonista, la sua battaglia interiore che sfocia nella scelta volontaria di far credere a tutti di avere perso la memoria. Una battaglia interiore fatta di turbamenti, rifiuto e paura. Ho avuto la sensazione di ascoltare i pensieri del protagonista e di certo ne ho percepito l’angoscia, fortemente…
Un testo ben curato per queste due opere che, personalmente, non conoscevo e che mi hanno fatto apprezzare la scrittura di Incoronato. Una piccola perla del Novecento italiano che vi consiglio di recuperare!
Grazie alla CE per la copia del libro.
Roberta Salis
Lascia un commento