Autrice: Zeina con Djénane Kareh Tager
Traduttrice: Cristina Pradella
Edito da Piemme
Collana: Piemme pocket
Pubblicato nel luglio del 2019
Pag. 139
DESCRIZIONE DEL LIBRO
“Ci ho messo un po’ per muovermi, la prima volta che sono uscita di casa con il velo. Sono rimasta diversi minuti completamente paralizzata, con la mano stretta alla maniglia. Non ho sentito mio marito che si avvicinava, quindi quando mi ha abbracciata sono trasalita. Ho risposto al suo bacio per non suscitare sospetti, ma avrei tanto voluto correre via da lui. Anche se avessi trovato il coraggio di farlo, le pieghe dell’ampia tunica mi avrebbero bloccati piedi. Erano come una piovra gigante, un mostro vivo nascosto dentro di me che mi costringeva a muovermi in modo lento e solenne. Ho aspettato l’ascensore con lui accanto, che mi stringeva una spalla. Non lo guardavo, ma sentivo il suo sorriso su di me. Mi parlava, ma non capivo cosa diceva, non lo ascoltavo, non lo comprendevo, avevo la strana sensazione che quella cappa scura avesse inghiottito non solo il mio corpo ma anche il mio spirito. Avevo voglia di urlare, ma non ci riuscivo. I primi tempi del matrimonio, mio marito mi portava a spasso, e mi aveva promesso che avrei potuto anche lavorare. Ma dal momento in cui ha iniziato a frequentare quella moschea, la mia vita si è trasformata in un incubo. Segregata in casa, picchiata per un nonnulla, costretta a pregare cinque volte al giorno e a indossare il velo integrale. E i guanti neri, perché nemmeno un centimetro di pelle si potesse vedere. Ero sola, segregata nella mia prigione”.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
il libro che vi presento oggi mi crea difficoltà nel trovare le parole giuste.
“Schiava” di Zeina è una storia vera, la storia di una donna cresciuta in Francia ma che non ha mai frequentato i bambini e i ragazzi francesi, solo ragazzine del suo credo religioso e appartenenti alle sue tradizioni. Non conosce i suoi diritti o le leggi francesi, è sempre vissuta in un clima di tradizioni infrangibili e tramandate di famiglia in famiglia, di donna in donna. Quello è il suo mondo, non c’è motivo di conoscere altro perché altro non le viene mostrato.
Non sa cosa sia camminare liberamente per strada, conoscere la vita dei suoi coetanei francesi. Lei non è come gli altri. Coloro che appartengono alla sua religione non frequentano persone con altre tradizioni.
Non conosce nemmeno la città in cui vive, solo le strade che percorre sempre e a testa bassa per andare a scuola o a fare la spesa perché non può guardare un uomo in faccia, non può rischiare di cadere in tentazione.
Dopo aver concluso gli studi che l’hanno portata a conseguire il diploma, la famiglia le impone di non continuare il suo percorso all’università perché come tutte le donne come lei, il suo futuro la vedrà moglie e madre che dovrà prendersi cura della casa e del marito. Avrebbe voluto studiare, le piaceva. Riesce però a trovare lavoro ed è felice!
Un’altra gioia è che presto si sposerà con un giovane che ama, che le promette che viaggeranno e che potrà continuare a lavorare se questo la rende felice. Peccato che questo dolce fidanzato diventi un marito, possessivo, fanatico e violento che la costringerà a velarsi in modo integrale, a pregare tutte le volte che la loro fede lo richiede e a subire violenze verbali, fisiche e psicologiche.
Zeina è in una prigione da cui non può uscire e da cui nessuno può liberarla. “Si sa che nelle coppie ci sono sempre problemi”, con queste parole, la madre e le persone a cui chiede aiuto, la liquidano invitandola a non lamentarsi e a sopportare. Deve sopportare in silenzio.
Zeina diventa una schiava. Non può più lavorare, non può guidare la macchina, non può uscire perché sono tutte occasioni di tentazioni…
Cosa le dà la forza di andare avanti? Suo figlio.
Solo l’amore per il suo bambino le farà trovare il coraggio di trovare la strada per la loro libertà.
Sola contro tutti e priva di qualsiasi aiuto. Sola contro chi la cerca per vendicarsi, sola contro il bisogno di sfamare il suo bambino, sola in un mondo che ora dovrà imparare a conoscere e guardare dritto negli occhi…
Quanto è forte la voglia di ritrovare se stessa e la propria vita, lo dimostrerà con la sua tenacia.
Libro duro, un pugno nello stomaco, un’esperienza di violenza di genere: domestica, verbale, fisica, psicologica ed economica che non lascia indifferenti. Consigliato a chi ha il coraggio di affrontare un tema così forte e così delicato!
Roberta Salis
Lascia un commento