Carissimi Amanti dei libri,
tra “I volti del male” questa volta la #emseitalia ci presenta “Attila, il flagello di Dio”.
Attila fa parte degli Unni, una popolazione nomade nota per i numerosi saccheggi alle popolazioni che incontravano lungo il loro cammino, erano bravi cavalieri e arcieri, non mancavano mai il bersaglio. Prima che morisse il re Rua, zio di Bleda e Attila, chiamò a sé i nipoti e consegnò a loro il regno perché governassero insieme e diede loro il consiglio di pretendere sempre l’oro dai popoli che conquistavano e mai le terre, perché chiedere le terre poteva provocare insurrezioni e la presa di potere da parte di sconosciuti che si sarebbero scagliati contro di loro per avere il loro posto e le loro teste.
Naturalmente, regnare in due non fu facile, si può avere contemporaneamente il giorno e la notte? Inizialmente, Bleda sembra essere un saccheggiatore e un predatore come lo zio e Attila e fu felice di combattere al suo fianco, ma poi le cose cambiarono.
Infatti, Attila, ad un certo punto, riteneva Bleda incapace di regnare e di essere determinato nel conquistare nuove terre e nuovi popoli, lo vedeva più interessato al cibo e alle feste. I due fratelli erano molto diversi. Se Bleda era un tipo ragionevole, Attila era impulsivo e spietato, non si faceva scrupoli ad uccidere!
Secondo la storia, dunque, durante una battuta di caccia, Attila uccide Bleda e dice a tutti che è stato un incidente… un incidente che lui premeditava da tempo perché era assettato di potere! In realtà, sa benissimo che uccidendo Bleda sarà lui a salire sul trono degli Unni e il suo obiettivo è di conquistare i territori dell’Impero romano d’Oriente. Sarà la sua bramosia di conquista di terre e la scia di sangue che lascerà ovunque andrà a fargli avere la nomea di “flagello di Dio”, lui non ha pietà per nessuno e trova modi orribili per mettere fine alla vita di chi lo intralcia nel suo percorso.
Naturalmente, per ogni sua incursione chiede il parere degli sciamani che gli daranno il responso positivo o negativo e raramente sbaglieranno…
Anche questo personaggio storico ha le sue luci e le sue ombre, se è vero che veniva considerato spietato dai nemici che temevano il suo nome e, ancora di più, le sue incursioni e anche vero che c’erano coloro che lo veneravano e che lo consideravano un eroe, un re capace di ottenere ciò che voleva senza cadere in sentimenti umani quali l’umanità e la compassione… era un barbaro, rispecchiava la mancanza di civiltà di quelle popolazioni.
Il resto fa parte della storia, quella storia destinata al mistero e alle ombre del passato.
Conoscevo poco la storia di Attila, solo qualche dettaglio incontrato nei libri di scuola e come sempre mi stupisce il fatto che per quanto si cerchi di tramandare le gesta di un protagonista del passato, sono sempre scarse le fonti e molto di più le leggende che vi ruotano attorno… sarà che all’uomo piacciono i tiranni perché fanno paura? Spesso è questa la domanda che naviga tra i miei pensieri.
Per conoscere meglio la collana vai sul sito www.ivoltidelmale.it
Roberta Salis
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