Autrice: Antonella Lattanzi
Edito da Einaudi
Pubblicato nel marzo del 2023
Pag. 313
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Nikita e Pablo vivono insieme a Roma da fuorisede. Hanno 26 anni. Sono eroinomani. La loro esistenza è scandita da visite al sert, sterili incontri con medici e psicologi, metadone in affido, astinenza che morde, buchi in vena. Poi appare Annette, la ricca francesina, e rapirla sembra l’unico modo per risolvere definitivamente il problema di procurarsi la roba. Ma quando lo sballo svanisce, il sequestro di Annette diventa l’ennesimo incubo. Come i rapporti che Nikita non ha saputo proteggere: i genitori, la sorella, la sua amica Clara. Come il sogno di diventare scrittrice, sgretolato ogni giorno di più dalla dipendenza. Come l’epatite C: killer silenzioso che ha decimato uno dopo l’altro i suoi amici. Forse anche Nikita l’ha contratta, e ha paura di morire. L’esordio di Antonella Lattanzi è un romanzo frutto di molti anni di lavoro, osservazione e frequentazione, che svela la realtà ignota dei tossicodipendenti. Una storia disperata, ma a tratti persino ironica, persino buffa: la storia di ogni nostra dipendenza, della devozione tutta umana che ci porta a trasformare i desideri in mostri.
RECENSIONE
Ti senti soffocare in una vita così…
Ti senti morire ogni giorno…
Sogni un futuro che forse non avrai mai…
Sì, uscirai dalla droga. Avrai la forza di farlo?
Carissimi Amanti dei libri,
nel libro di Antonella Lattanzi, “Devozione” vi ritroverete catapultati in un mondo che ormai sembra molto lontano perché se ne parla poco, ma io credo che sia sempre molto vicino e reale: il mondo della droga.
Devozione è un romanzo-vortice che ti strappa ogni certezza e ti costringe a guardare una realtà che fa male, che soffoca, che priva le persone del concetto di “normalità”, che getta corpi e menti in un inferno senza uscita. Sono persone normali che ad un certo punto si sono perse per strada per mille motivi ma che alle spalle hanno spesso famiglie normali che guardano in silenzio e che spesso fanno finta di niente. Le persone che si fanno, gli eroinomani, che spesso incontriamo per strada, che ti chiedono la monetina per il caffè… entrano in un tunnel senza luce dove la droga è l’unico sollievo, dove procurarsi la roba è l’unico pensiero, dove cercare di sopravvivere alla follia dell’astinenza fa male nel corpo e nell’anima, ancor più male fa leggere questo tormento!
I protagonisti del romanzo sono due giovani che vivono a Roma, Nikita e Pablo di 26 anni, in un’estate rovente. Loro si amano, vivono insieme, Pablo è uno studente di Sociologia alla fine del corso di studi mentre Nikita sogna di diventare scrittrice e legge, legge tanto. La loro quotidianità è dettata dalla maniacale ricerca di denaro e persone che possano procurare loro la roba, di persone che vengono a mancare stroncate da dosi tagliate male, da overd.ose o dalla temuta epatite C.
Non sono pagine facili, sembra di vivere dentro un incubo, un loop senza fine che genera angoscia e fa sperimentare l’asfissia della quotidianità di chi si droga. Strazia prendere coscienza di come il corpo diventi un colabrodo, le vene smettono di esistere nelle braccia e bisogna cercarle sulle mani o meglio sui piedi, sul collo… E poi ci sono i mille modi per tentare di risparmiare il metadone.
Per non parlare della brillante idea di rapire la loro ricca nuova amica che risolverà per sempre il problema dell’avere soldi per procurarsi la roba… ma quando lo sballo finisce si accorgono di avere fatto una grossa cavolata correndo rischi assurdi.
A tutto ciò si associa il dramma di Nikita che crede di avere contratto l’epatite C.
Antonella Lattanzi fa un lavoro di documentazione importante per poter scrivere questo romanzo, una storia totalmente ispirata alla realtà di chi vive il tunnel della tossicodipendenza fatta di momenti in cui la lucidità scompare e la morte è un po’ più vicina, dove l’umanità cede il passo all’egoismo, alla mordente necessità di una dose, alla morbosità di farsi senza pensare al modo in cui si otterrà la dose… conta solo sentire il sollievo e non importa se durerà poco, quel poco basta per sentirsi vivi, padroni del mondo e convinti di riuscire ad uscire dalla dipendenza.
Tra le strade di Roma conosceremo i luoghi familiari per chi è tossicodipendente, conosceremo altri personaggi che si intrecciano con le vite di Pablo e Nikita, avremo dolori e una bellissima sorpresa… inaspettata ma che scalda il cuore.
Ho apprezzato molto questo libro, per me è il primo approccio con la scrittura della Lattanzi, la prima parte è un po’ più lenta ma la seconda coinvolge e si vuol sapere come andrà a finire. Il dono dell’autrice è di far sperimentare profondamente il dolore dei tossicodipendenti, tutto sembra stia capitando sotto gli occhi di chi legge, si “sente” tutto ciò che vivono Nikita e Pablo e ciò scatenerà sentimenti contrastanti: compassione, rabbia, tristezza, bisogno di respirare… perché seguendo le vicende dei protagonisti, ad un certo punto, manca il fiato, troppo peso per l’anima, troppo schifo nella loro vita e attorno a loro, troppo. In certe parti la narrazione è prolissa ma serve ad evidenziare il continuo vivere e rivivere le situazioni senza uscita dei tossicodipendenti… e credetemi, la comprenderete pienamente!
Questo libro è stato un pugno nello stomaco e mille stati d’animo mi hanno accompagnato ma mai il giudizio. Ho sentito un grande dolore per queste giovani vite spezzate come quelle di chi è morto ma cammina, sì è una storia fittizia ma sono tante le vite realmente incastrate in questo tunnel e non si può leggere senza pensare a loro.
Roberta Salis
Lascia un commento