Erode il grande

Carissimi Amanti dei libri,

facciamo un salto indietro nel tempo, molto indietro… per conoscere un nuovo volto del male: Erode il Grande.

La sua figura viene biblicamente associata alla strage degli innocenti e alla morte di san Giovanni Battista anche se pare che queste notizie siano a lui falsamente attribuite… e comunque, al di là di questi due fatti si fece riconoscere per la sua anima crudele e per il suo pugno di ferro.

Il suo sangue non era reale, era figlio di Erode Antipatro, un edomita e di Cipro, una nabatea. Erano considerati inferiori agli israeliti e per questo disprezzati. Fu grazie a Ircano che abbracciarono la religione ebraica.

Erode divenne governatore della Galilea in giovane età. Fu nominato governatore da suo padre e regnò per oltre 30 anni. Era abile nella gestione della politica e le sue capacità lo resero pericoloso per le infrazioni delle leggi mosaiche. Venne mandato a processo ma grazie al proconsole della Siria fu assolto dal Sinedrio. Davanti alla voglia di vendicarsi per questo affronto, furono il padre e il fratello maggiore, Fasaele, a trattenerlo… si sarebbe inimicato ancor di più tutti! Disponeva di un numeroso esercito e di una guardia personale composta da mercenari che pagava molto bene per avere le informazioni necessarie per poter sabotare qualunque tentativo di rivolta nei suoi confronti.

Nei rapporti con Roma si mosse sempre in due direzioni, la prima fu quella di adempiere fedelmente ai doveri nei confronti dell’Impero e la seconda fu il fatto che fino alla fine dimostrò di poter essere un re capace e abile come i grandi uomini di Roma. In cambio del suo essere fedele e diligente nei confronti di Roma, gli venne concessa la possibilità di amministrare come voleva, di mantenere un proprio esercito e di imporre le tasse che voleva.

Nonostante la sua capacità nel dare splendore alle città con magnifiche costruzioni architettoniche come l’Herodion e il Tempio di Gerusalemme e il periodo di stabilità che regalò al suo popolo e ai popoli vicini… si distinse anche per il suo temperamento non proprio docile. Era incline alla diffidenza, sospettava facilmente delle persone e fu capace di gesti crudeli che non risparmiarono la vita a vari membri della sua famiglia, compresa la moglie Mariamne e due dei suoi figli… oltre che a numerosi nemici tra cui il sommo sacerdote, sua suocera Alessandra e altri parenti. Difficilmente risparmiava la vita ai traditori o agli oppositori, dovevano meritarsi di vivere se volevano una seconda opportunità!

Come altri re, che abbiamo incontrato nei volumi precedenti, era ossessionato dalla smania di grandezza, di potere e la paranoia che questa sete di controllo esercitava in lui diventava la ragione sicura per ordinare la morte di chi si opponeva o che a lui sembrava minacciare il suo ruolo. Mancava totalmente di empatia, era uno psicopatico, non nutriva sensi di colpa nemmeno per avere fatto uccidere molti membri della sua famiglia… che dire?

Forse tutto o forse niente. Le sue gesta eroiche nel garantire serenità al popolo sono in netto contrasto con la follia della sua personalità… e allora, meglio tacere. La contraddizione in seno a questa figura dice già tutto.

Roberta Salis

 

 

 

 

Condividi sui social

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Non puoi copiare il contenuto di questa pagina