Autore: Sam Savage
Traduttrice: Evelina Santangelo
Edito da Einaudi
Pubblicato nell’aprile 2016
Pag. 180
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Firmino è un topo nato in una libreria di Boston negli anni Sessanta. È il tredicesimo cucciolo della nidiata, il più fragile e malaticcio. La mamma ha solo 12 mammelle e Firmino rimane l’unico escluso dal nutrimento. Scoraggiato, si accorge che deve inventarsi qualcosa per sopravvivere e comincia ad assaggiare i libri che ha intorno. Scopre che i libri più belli sono i più buoni. E diventa un vorace lettore, cominciando a identificarsi con i grandi eroi della letteratura di ogni tempo. In un finale di struggente malinconia, Firmino assiste alla distruzione della sua libreria ad opera delle ruspe per l’attuazione del nuovo piano edilizio.
RECENSIONE
“Pembroke Books era una libreria rinomata, quel tipo di posto che talora le persone in vista frequentano. Più volte avevo sentito Norman raccontare di come Jack Kennedy, diventato presidente degli Stati Uniti, fosse solito fare un salto lì per bere un caffè e scambiare due chiacchiere quando era ancora membro del Congresso, e persino Ted Williams, il famoso battitore dei Red Sox. A me, non importava granché di loro. Ma Norman amava anche raccontare alla gente di quando il famoso drammaturgo Arthur Miller si fermava al negozio per comprare una copia di un suo dramma. Avrei voluto poter esser lì. Continuavo a sperare che tornasse, se non lui, qualcun altro: John Steinbeck, Robert Frost, o addirittura Grace Metalious. Nessuno di loro, dopotutto, viveva così lontano. E poi c’era anche Robert Lowell, che abitava dietro l’angolo. Ma neanche lui venne mai”.
(Firmino, pag.73)
Carissimi Amanti dei libri,
oggi vi parlo di un libro particolare che ha per protagonista… un topo!
Anzi è protagonista e narratore del libro…
Ma andiamo con ordine, il libro in questione si intitola Firmino ed è stato scritto da Sam Savage.
Firmino è un topo, non un topo qualunque, perché nasce verso gli anni ‘60 in un luogo magico: una libreria. Chissà quanti di noi avrebbero voluto essere al suo posto…
In realtà, pur essendo nato tra i libri, non è molto fortunato. La madre è alcolizzata e ogni giorno la sua situazione peggiora e lui è l’ultimo cucciolo di una nidiata di tredici topi, il più indifeso, quello che ha meno importanza tra tutti. La madre, “Flo”, lo ha partorito su un cumulo di carta che ha ridotto in piccoli pezzi e ha infilato sul buco di una soffitta di un vecchio negozio di libri molto conosciuto a Boston “Pembroke Books”.
Sin da quando si affaccia alla vita non sarà facile stare al mondo, nutrirsi sarà quasi impossibile perché i fratelli non gli cederanno mai il posto per bere il latte della madre e spinto dai morsi della fame, costretto a cercare altrove il suo nutrimento per poter vivere… inizierà ad assaggiare la carta, a masticarla per cibarsi fino a quando, lentamente, diventa un’abitudine. Ma come tutte le cose a cui ci si abitua nella vita, anche per lui diventa un bisogno a cui non riesce a resistere, una dipendenza insaziabile, un bisogno irrinunciabile!
Questo sarà l’inizio di una dipendenza che cambierà la sua vita perché non solo si ciberà dei libri per alimentarsi ma gusterà le pagine anche per nutrire la sua anima… e diventerà uno dei piaceri a cui non saprà rinunciare, una ragione che gli dà vita!
La lettura lo porterà a fare un salto di qualità, per lui diventerà difficile distinguere la finzione dalla realtà. Mentre i suoi fratelli esplorano il mondo esterno alla ricerca di cibo e si spingono oltre alla ricerca di nuove avventure, Firmino capisce di essere un lettore e prova curiosità per la vita degli umani. Così inizia a spiare dal buco della soffitta il libraio, Norman, che sarà il primo essere umano a cui si affezionerà…
E come gli esseri umani imparerà a pensare, sognare, suonare, cantare… saprà essere felice e sperimenterà la sofferenza. Anche se è un topo conosce quella sensazione che lo fa sentire diverso.
Attraverso la lettura avverrà la sua formazione fatta di cultura e di grandi ideali che impara dai libri.
Farà poi amicizia con uno scrittore un po’ stravagante che lo porterà a casa con sé…
E non vado oltre.
Vi invito a conoscere questa storia. Non è una favola, ma Firmino rappresenta la storia del suo autore, le sofferenze che lui ha sperimentato, nell’epoca in cui ha vissuto… ma che nonostante tutto è riuscito ad intessere un racconto straordinariamente profondo ed espressivo in cui chi legge si sente “a casa”.
Mi è piaciuto tantissimo leggere la storia di Firmino, mi ha lasciato la sensazione di sentirmi capita e abbracciata, di non essere la sola a sentirsi diversa, di non essere l’unica ad avere a cuore ideali alti fatti di cultura e umanità.
Una lettura che consiglio per chi ama i libri e i libri che parlano di libri!
Roberta Salis
Lascia un commento