Autore: Mario Rigoni Stern
Edito da Einaudi
Pubblicato nel febbraio 2014
Pag. 139
DESCRIZIONE DEL LIBRO
I ricordi della ritirata di Russia scritti in un Lager tedesco dall’alpino Rigoni Stern nell’inverno del 1944 vennero pubblicati da Einaudi nel 1953 nei «Gettoni» diretti da Vittorini sotto il titolo Il sergente nella neve. Apprezzato inizialmente soprattutto per il valore della testimonianza, il romanzo ha mostrato le sue grandi qualità espressive con la progressiva distanza temporale dai drammatici avvenimenti narrati. E ormai è giustamente considerato un classico del Novecento: per la lingua intensa e sempre concretissima, per l’alta moralità di fronte a esperienze estreme, per la totale mancanza di enfasi retorica, per il candore e la forza con cui viene rappresentata la lotta dell’uomo per conservare la propria umanità.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
oggi vi parlo brevemente del libro di Mario Rigoni Stern, “Il sergente nella neve”, che narra l’esperienza dell’autore durante la Seconda Guerra Mondiale, in Russia, dove prestava servizio come alpino.
Il libro è una testimonianza breve ma intensa e si divide in due parti: “Il Caposaldo” e “la Sacca”.
Sin dall’inizio l’autore catapulta il lettore nella fredda trincea… in Russia.
Un libro sulla durezza della guerra, dove si percepisce il freddo che penetra le ossa durante la lettura… Un libro che parla di quanto la guerra disumanizzi ogni cosa e privi anche dell’essenziale, dove ci si fa forza pensando alle persone che si amano, dove i nemici non sono i russi ma tutto ciò che manca e che si deve sopportare…
Un libro dove per sentirsi a casa resta solo il proprio dialetto a cui ci si attacca per regalare un sorriso e quel poco di polenta calda che scalda lo stomaco e placa la tristezza ma non il sonno e la fame che restano padroni di quei giorni freddi, di paura, di costante pericolo di essere uccisi.
Un libro che sottolinea il costante pericolo che corrono i soldati, costretti a guardarsi intorno per non essere circondati dai nemici, costretti ad avanzare nonostante le temperature gelide, la mancanza di conforto umano e di luoghi dove trovare riparo.
Un libro dove ogni momento della vita è inestimabile, mai scontato e che vive nella fragilità della guerra, nel dolore della perdita dei suoi compagni, nelle ferite del corpo e dell’anima di chi sopravvive…
È un continuo marciare in campagne e paesi sconosciuti, sempre a piedi e sulla neve…
Sembra di essere lì…
Sembra che essere lì aiuti il lettore a non dare per scontato dove realmente si trova e quali comodità arricchiscono la propria vita.
Scritto con profonda umanità, con la tenerezza di chi vive in una situazione al limite, senza sapere se ritornerà a casa, se potrà ancora vivere nell’abbraccio di chi ama… Un libro che invita a non dare nulla per scontato!
Una lettura diversa, a tratti scomoda, che costringe a riflettere… perché quei tempi potrebbero tornare!
Roberta Salis
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