La teoria della carruba – con brevi accenni a come non ho imparato a cucinare

Carissimi Amanti dei libri,

oggi vi parlo di un libro che mi ha riportato nel passato, in un tempo in cui ero solita perdermi con l’immaginazione quando i miei nonni raccontavano aneddoti di vita vissuta…

Il libro che mi ha evocato tali piacevoli e indimenticabili ricordi è “La teoria della carruba – con brevi accenni a come non ho imparato a cucinare” di Antonietta Di Vito un testo delicato, schietto, lucido e reale poiché in parte autobiografico.

Un libro che fa fare un salto indietro in un passato che, forse, in tanti abbiamo conosciuto più tramite il racconto dei nostri familiari che per esperienza personale ma che sembra quasi di rivivere con le parole dell’autrice… il suo raccontare ricorda un po’ le scene di un film in bianco e nero ma il calore delle sue parole dà colore e vita ad ogni istante narrato.

Non è difficile ritrovare nei racconti dell’autrice frammenti di vita che appartengono alla storia delle nostre famiglie, tutto fa casa, unità, convivialità, fa sentire stretti in un vincolo di appartenenza che va oltre il sangue.

Quel clima che ben conosciamo dato dalla cucina, il calore del cammino, gli inverni lunghi e freddi… e la televisione in bianco e nero, il famoso Colonello Bernacca che tanti conosceranno di nome, come me, ma che mai hanno visto, i primi due canali televisivi, i rumori delle case… quante volte ho ascoltato questi particolari legati ad un passato che a noi sembra lontanissimo.

La presenza dei nonni che rendono speciale ogni infanzia, il vivere le giornate condizionati dal tempo, l’arrivo delle automobili che sostituiscono i muli e i garage che sostituiscono le stalle, la vita cambia anche e proprio dopo l’arrivo della televisione e dei notiziari che aggiornano gli italiani sui fatti di cronaca, su ci che accade nel mondo. Un mezzo che porta il Male della Storia nelle case… ma il male esisteva prima che arrivasse la televisione, perché nessuno può dimenticare che c’era stata la guerra…

I giovani partivano per combattere…

Le bambine diventavano donne in fretta e si sposavano giovanissime proprio perché i loro fidanzati dovevano andare in guerra…

Le attese infinite e dolorose senza aver goduto dell’intimità con l’amato…

Tutti vivevano nella speranza che potessero tornare…

E ti manca il fiato a pensarci, forse non ne capiamo il senso fino in fondo!

Aneddoti e ricordi di famiglia, frammenti di vita che graffiano e accarezzano…

L’adolescenza, le passeggiate con le amiche del paese… amiche complici e amanti dei libri, progetti e buoni propositi.

Lo sconvolgimento per il prendere coscienza di cosa volesse dire la parola “stupr*” nel 1975 in seguito alla vicenda di Donatella Colasanti vittima dei mostri del Circeo…

I vestiti comperati nell’unico negozio del paese, il profumo dei tessuti e del legno degli scaffali…

E poi le battaglie per il divorzio!

Un mondo che fa parte del nostro DNA anche se distante… dove anche il mondo della scuola era diverso: si iniziava il primo ottobre e molti compagni di scuola arrivavano con il loro grembiule e con l’odore dei campi e delle stalle addosso, bambini già adulti, bambini che lavoravano e che dovevano alzarsi prestissimo al mattino… bambini con visi stanchi e infreddoliti.

E non c’erano le merendine ma pane e olio, pane e zucchero ed era festa!

Una lettura che vi consiglio caldamente, in cui percepirete di essere parte di una Storia più grande… un’autrice che ha saputo far rivivere il passato con una scrittura magistrale, attenta e curata. Un linguaggio adatto a tutti e che suscita emozioni profonde, quelle che ti fanno stare bene e sentire “a casa”.

Un diario dove la tradizione e il mutamento trovano spazio in descrizioni essenziali ed evocative, parole pesate, memorie che resteranno per sempre e che l’autrice riesce a far rivivere come se i nostri nonni fossero ancora qui per raccontare.

Meraviglioso!

Ringrazio @scritturaatuttotondo per la delicata lettura che mi ha proposto!

Roberta Salis

 

 

 

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