Autore: Grégoire Delacourt
Traduttore: Riccardo Fedriga
Edito da TEA
Pubblicato nel marzo 2016
Pag. 143
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Dice un vecchio adagio che le lacrime più amare sono quelle versate per le preghiere esaudite. Sì, a volte succede che la gioia per una svolta inattesa del destino svanisca in fretta di fronte alla possibilità concreta di realizzare un sogno, lasciandoci smarriti e confusi. È quello che accade a Jo, la protagonista di questo romanzo: “un cuore semplice”, una donna intelligente e positiva con un’esistenza quieta, nutrita di sogni, che per un colpo di fortuna all’improvviso è in grado di realizzarli tutti. Forse la felicità non è così matematica. Forse non si tratta solo di sommare un sogno dopo l’altro, ma di ritrovare se stessi in ciò che si fa. Forse a Jo semplicemente non serve avere tutto ciò che ha sempre desiderato; perché il suo matrimonio, il lavoro, i figli ormai grandi e l’amore non sono beni acquisiti ma cose vive che sfuggono al suo controllo, e con cui si può solo entrare in sintonia senza farsene travolgere, come quando si nuota tra le onde di un mare agitato.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
mi piace sempre conoscere nuovi autori e incuriosita dal titolo del libro ho scoperto Grégoire Delacourt, scrittore francese e autore di vari romanzi, tra cui “Le cose che non ho” che oggi vi presento…
Il libro inizia con una descrizione che la protagonista, Jo, fa di sé, non sembra avere molta autostima… ma in una società che propone canoni di donne irraggiungibili chi la avrebbe? La sua è l’insicurezza di una donna normale con tanti sogni nel cassetto, con un marito e dei figli, un lavoro e poco tempo per se stessa… infatti, per realizzare i suoi sogni avrebbe bisogno di una dose extra di energie, ma non si può avere tutto! Forse i suoi quarantasette anni iniziano ad avere un peso nella sua quotidianità.
Lavora in una merceria, quel mondo fatto di artigianalità, fantasia e bottoni le dà soddisfazione e l’occasione di conoscere tante donne e le loro storie. Purtroppo, la concorrenza dei grandi supermercati spegne i suoi sogni, la gente preferisce acquistare capi finiti invece di realizzarli con le proprie mani e nella merceria scarseggia il lavoro… questo crea in lei insoddisfazione ma deve far quadrare i conti.
In mezzo a queste difficoltà concrete e quotidiane trova rifugio nei libri e si dedica al suo blog ‘Mani di fata’ in cui si scrivere articoli sul cucito ed il ricamo… un blog che avrà un seguito inaspettato.
Il rapporto con il marito è abbastanza statico, oserei dire, freddo, non hanno grosse difficoltà ma certamente non possono permettersi di coronare i loro sogni materiali e quello che ha più difficoltà ad accettarlo è proprio lui. Lui che sogna la Cayenne, lo schermo piatto, il Seiko con il cronometro… I figli poi, ormai sono grandi e ciascuno ha scelto la propria strada.
Ma cosa succede quando dopo a ver sognato a lungo la vita dà un’opportunità inaspettata e superiore alla nostra capacità di sognare?
È quello che accade a Jo quando per caso gioca una schedina e vince… più di diciotto milioni di euro. Incredibile! Cosa fare? Gridare di gioia? Dirlo alle persone più care e realizzare i loro desideri? Forse tutti noi saremmo felici di condividere come la sorte si sia degnata di baciarci…
Jo no! Jo sceglie il silenzio. Jo sceglie di mantenere segreta quella vincita prodigiosa e di fermarsi a riflettere perché ora la sua vita potrebbe cambiare davvero… ma a parte togliersi degli sfizi materiali, come cambierebbe la sua vita? È davvero questo ciò che vuole? Davvero i soldi possono risolvere tutti i problemi?
…Sarà impossibile leggere senza interrogarsi sulla propria vita, quello che sembra un romanzo leggero per la sua scorrevolezza è in realtà un’occasione di riflessione personale sulla vita e su quanto spesso siamo insoddisfatti, siamo sempre più orientati a guardare ciò che ci manca invece che dare valo a ciò che abbiamo e… sì, forse i soldi possono fare la felicità ma possono anche distruggerla…
Solo arrivando alla fine del libro si prende coscienza che, spesso, certi avvenimenti sono già preannunciati nella quotidianità ma non li vogliamo vedere. Forse anche Jo non li ha voluti vedere…
Sono rimasta colpita da Delacourt, dal suo stile…
Ci sono delle ridondanze, a mio parere, non a caso ma volte a riflettere su quanto spesso ci lasciamo affascinare dalle cose, dagli oggetti, dal voler possedere solo per sentirci appagati dalla voglia di qualcosa che manca nelle relazioni… Cose materiali che momentaneamente ci appagano ma che non fanno altro che ricordarci che ci sono mancanze più profonde.
In fondo, anche Jo si rende conto che ciò di cui ha bisogno sono cose materiali… cose di cui può fare a meno, cose che non le regalerebbero la felicità che cerca. In fondo, la felicità non è avere sempre più cose ma godere di ciò che si ha, assaporare lentamente la vita, vivere ciò che ci circonda e che non è mai poco… e siamo sempre in tempo per farlo!
Ho divorato queste pagine in poche ore ma il loro pensiero mi ha accompagnato per giorni e spesso mi torna in mente… soprattutto quando mi dimentico che la felicità + racchiusa in poche e piccole cose che hanno valore e che contano.
Un romanzo che fa sorridere, riflettere e che lascia anche un po’ di amaro in bocca… non si preoccupa di darci soluzioni, quelle ciascuno le deve ricercare nella propria vita con le cose che ha!
Roberta Salis
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