Le Madri Nere

Autrice: Patricia Esteban Erlés

Traduttrice: Sara Papini

Edito da Cencellada Edizioni

Pubblicato il 24 novembre del 2023

Pag. 272

DESCRIZIONE DEL LIBRO

Il convento di Santa Vela è stato costruito dalla sua prima proprietaria con corridoi senza uscita, finestre murate, labirinti e scale che portano a camere chiuse per fuggire da una maledizione. Riconvertito poi in orfanatrofio che accoglie bambine, le suore lo dirigono con una disciplina ferrea fondata sul fanatismo religioso e su una idea ultra rigida del confronto tra bene e male. La regola del convento prevede che le orfane vengano private della loro identità, per farle diventare parte di un insieme omogeneo nel quale sia impossibile distinguerle una dall’altra. Perdono infatti il loro nome, che viene sostituito da quello di una virtù che devono aspirare a raggiungere, vengono rasate e tutte vestite con lo stesso abito grigio. Una delle orfane, Mida, non si è mai sottomessa e semina il caos quando annuncia che Dio le ha confessato che non esiste. Questo romanzo corale, vincitore del premio Dos Passos al primo romanzo, è stato definito dalla giuria come una fusione insolita di gotico, terrore, poesia scura e racconto infantile riscritto per adulti.

RECENSIONE

Carissimi Amanti dei libri,

oggi vi parlo di un libro di una casa editrice che ho scoperto da poco e di cui mi sono innamorata subito per l’originalità dei titoli che propone: Cencellada Edizioni!

Il primo libro che ho letto si intitola “Madri nere” di Patricia Esteban Erlés e wow! Se cercate un libro dalle tinte oscure, gotiche, a tratti fiabesco-distopiche e assolutamente fuori dagli schemi, dovete leggerlo…

È una fiaba oscura, macabra e cruda dove la religione si trasforma in un incubo che ruba la dignità, la personalità e l’innocenza delle piccole protagoniste e non solo. È un racconto che spaventa ma che richiama, secondo il mio punto di vista, scenari, realtà e situazioni veramente esistite… mentre leggevo ho pensato a quanti posti così oscuri e disumani sono esistiti nella storia dell’umanità, basti pensare ai manicomi, a certi orfanotrofi o collegi dei tempi della Shoah, a quelle strutture che ospitavano i reietti della società dove crudeltà era la parola d’ordine, dove nemmeno il respiro era permesso, dove la diversità non era tollerata…

Ma veniamo al romanzo vero e proprio, perdonate se mi sono persa in questi ricordi… ma il richiamo alla realtà per me è fortissimo e tremendamente vivido!

L’ambientazione fa rabbrividire: Santa Vela. Non è solo il luogo a incutere timore, c’è di peggio perché è Madre Priscia a detenere il potere che semina paura e sgomento… Donna inflessibile che fa tutto per il suo Amato, un amore che però sembra sempre insoddisfatto e deluso. Un dio crudele e che sa di non potersi aspettare nulla dalle sue creature. Una visione di un dio veterotestamentario che scuote le ossa.

Le voci si alternano lungo il romanzo. Ognuna racconta una verità, un punto di vista, un frammento di oscurità… e la parola è così potente da strisciare nelle vene e far rabbrividire! Persino le cose trovano modo di esprimersi. E c’è un dio che trova il tempo anche per divertirsi.

Tutto si svolge all’interno di un ex convento, un luogo tetro pieno di labirinti e corridoi ciechi, che viene adibito come orfanotrofio e che ospita delle bambine senza familiari che possano occuparsi di loro. Sono figlie di padri vedovi incapaci di sostenere una bocca in più da sfamare. Bambine diverse. Bambine “difettose” o incapaci di passare inosservate per la loro bellezza fuori dal comune. Sono bambine che crederanno di trovare un caldo rifugio come le braccia di una madre e che invece vivranno imprigionate nel corpo e nell’anima. Saranno le “Madri nere” a prendersi cura delle necessità delle bambine, ma prima le sottopongono ad una tappa obbligata: privarle del nome, delle caratteristiche che le rende riconoscibili e impone loro delle norme rigide e infrangibili affinché si uniformino al loro volere.

Violenza e dittatura, forzature e manipolazione mentale… tutto viene instillato nella mente delle bambine con violenza: non hanno scelta se non credere alla bontà di dio che le ha salvate facendo loro il dono di poter vivere a Santa Vela!

Non c’è scampo per nessuna. Santa Vela è una prigione velata da Paradiso. Al di fuori delle sue mura c’è solo il male, la salvezza per quelle anime è la vita nel convento, l’unico luogo sicuro sulla faccia della terra…

La preghiera è l’unico modo per essere felici e per rendere dio felice. Una preghiera esagerata che obbliga le bambine ad alzarsi anche durante la notte…

Gli obblighi, la privazione della dignità, il trovare salvezza solo tra le mura del convento e la convinzione che dio sia arrabbiato, tutto trova senso nel conoscere la storia di Madre Priscia: tutto dolorosamente si spiega e lascia sgomenti. Il male subito spesso acceca e si perpetua nel tempo… si infligge, scava nella carne altrui con la certezza di chi sa di essere nel giusto!

Può un incubo durare per sempre? No. Ovviamente, tutto ha una fine anche le più grandi follie della storia.

Sarà Mida ad aprire gli occhi e a svelare ciò che nessuno ha mai compreso.

Ogni voce svelerà qualcosa di sconvolgente.

Ogni voce si alzerà a confessare la propria verità.

Ogni voce creerà il mosaico che permetterà di accendere una luce tra quei corridoi privi di speranza…

Un romanzo che getta luce sulla realtà, su come il male spesso sia frutto della visione malata e distorta di chi è rimasto vittima di traumi irrisolti e che influenza tutto ciò che lo circonda imprigionando le menti più deboli, i senza difese, coloro che non hanno strumenti per discernere la follia dalla realtà… quanto è attuale questo romanzo, quanto è vivo!

Il fanatismo religioso è un male troppo presente per non parlarne e l’autrice coraggiosamente ne rivela la pericolosità attraverso queste pagine.

Un lavoro eccelso, da qualunque capitolo si guardi questo romanzo c’è un frammento di realtà che traspare… velatamente e a volte non troppo ci si ritrova a leggere frammenti di storia e di un presente dolorosamente strisciante.

Consigliato vivamente!

Roberta Salis

Condividi sui social

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Non puoi copiare il contenuto di questa pagina