
Autrice: Chaja Polak
Traduttrice: Laura Pignatti
Edito da Solferino
Pubblicato nel 2024
Pag. 112
Genere: Saggio
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Più i conflitti diventano acuti e sanguinosi, meno si presta attenzione alle sfumature. E quando le guerre sono radicate nel tempo, diventa molto difficile prendere posizioni equilibrate: il ragionamento diventa subito o bianco o nero, e il «sì, ma…» una trappola cui si cerca di sfuggire.
«Abbiamo gli innumerevoli racconti di amici e nemici» dice Chaja Polak. «Storie che dovremmo leggere con empatia e comprensione. Lutto e disperazione ci sono da entrambi i lati del confine. Vittime e aguzzini ci sono da entrambi i lati del confine.» Attingendo alla propria esperienza personale, Polak fa suo il dolore che nessuno vuol più vedere. Nemmeno la propria famiglia, in Israele. «Mentre sto dando gli ultimi ritocchi al mio testo, la violenza continua. Sono in corso trattative tra gli Stati Uniti e alcuni Stati arabi per porre fine ai bombardamenti. Netanyahu continua a opporsi alla fine della guerra, e alla creazione di uno Stato palestinese. Netanyahu, dovrebbe essere chiaro, governa con la spada. Per lui la pace non solo segna la fine della sua carriera politica, ma anche la prospettiva che una cella di prigione diventi inevitabile.»
«La Sfumatura è ciò che ci vuole, non il Colore, soltanto l’alone!» recita l’epigrafe a questo libro. È tratta dall’Arte poetica di Paul Verlaine, ed è l’oggetto della testimonianza contenuta in questo libro, che ci aiuta a leggere il conflitto di Gaza con uno sguardo maturo e pieno di compassione per il dolore di tutti.
RECENSIONE
Ho pensato che questa frase sia particolarmente significativa per non proporvela:
“Vorrei cercare di spiegare, con alcuni ricordi di quando ero bambina, il motivo per cui mi colpisce così tanto la frase: «Gli ebrei, proprio gli ebrei dovrebbero provare empatia nei confronti del popolo palestinese». (Pag. 37)
Come vi dicevo, riporto questa frase dell’autrice, Chaja Polak, per iniziare a parlare del saggio “Lettera nella notte. Pensieri su Israele e Gaza” che mi è rimasto nel cuore e mi ha dato un nuovo modo di vedere ciò che è accaduto e che sta accadendo nella striscia di Gaza dall’ottobre del 2023.
L’autrice è di origine ebrea. Sia lei che il marito hanno conosciuto il dolore dell’Olocausto che ha coinvolto i membri delle loro famiglie. Per chi conosce questa parte della storia non serve specificare cosa accadde e come la storia degli ebrei sia cambiata.… Da ebrei, che in tutto e per tutto hanno conosciuto lo strazio e il dolore della guerra e della perdita, comprendono bene che ciò che sta avvenendo a Gaza non è giusto, non è giustificabile, non è logico. Non è questione di comprensione perché la guerra è sempre sbagliata.
Carissimi Amanti dei libri,
davanti ad un conflitto sono vari gli atteggiamenti che possiamo assumere: chiudere gli occhi per non vedere, vivere come se non ci fosse o schierarsi a favore di uno dei popoli combattenti… di solito quello che viene attaccato e deve difendersi…
E se qualcosa ci sfuggisse nella miriade di informazioni che riceviamo?
Siamo sicuri che le cose vadano davvero come ci vengono raccontate?
Davvero pensiamo che i popoli coinvolti siano a favore di morte e distruzione nel proprio Paese o in quello del nemico?
Forse dovremmo aprire gli occhi.
L’autrice ha un modo di narrare molto lucido, pacato ed equilibrato e le sue parole arrivano dritte al cuore nel riportare alla luce alcuni ricordi per lei significativi:
“Mia madre e il suo nuovo marito insegnarono a noi bambini a essere in primo luogo umani, poi ebrei. Essere ebrei era subordinato all’essere umani. Dovevamo diventare esseri umani buoni, questa per lei e per il mio secondo padre era la cosa più importante”. […] “Questo ci fu insegnato: non fai soffrire un’altra creatura umana perché appartiene a un popolo diverso, o a un’altra razza, o professa un’altra religione. È una verità che ci fu inculcata da bambini. Una verità solida come la roccia”.
(Pag.54 e pag. 57)
Essere umani…
Spesso dimentichiamo cosa significhi.
Questo breve saggio, a mio parere essenziale e significativo, ci ricorda che non tutto ciò che l’informazione ci comunica corrisponde alla realtà e spesso proprio le persone coinvolte nel conflitto sono le prime a non avere accesso alla verità dei fatti.
Restano all’oscuro di tutto.
Ciò che accade non viene mostrato, non viene menzionato tanto da non dare la minima idea di ciò che sta accadendo.
Questo è gravissimo.
A causa di ciò entrambi i popoli coinvolti si sentono vittime e gli altri sono i carnefici.
Così, attraverso queste pagine che considero un tesoro per ciò che vi è racchiuso, sono arrivata a comprendere che schierarsi dalla parte di qualcuno in conflitto non è mai corretto… troppo spesso non vediamo come vanno davvero le cose, non ne abbiamo una visione chiara e completa.
Una cosa è certa: ogni conflitto è una sconfitta per l’umanità in ogni tempo e in ogni luogo. Nessuna ragione umanamente comprensibile merita l’esplosione di una guerra che causi l’annullamento di migliaia di vite.
La guerra è sempre ingiusta e sbagliata. Non è mai una soluzione!
Un saggio composto da poche pagine ma dal contenuto che mi ha regalato la ricchezza di avere un nuovo punto di vista. Più umano.
Ve lo consiglio.
Roberta Salis
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