Stalin

Carissimi Amanti dei libri,

nel nuovo volume della #emseitalia troviamo la storia di Stalin…

Vediamo qualche dato saliente del suo percorso umano e politico.

Iosif Džugašvili Stalin nacque nel 1878 a Gori, nel Caucaso, in Georgia in una famiglia di umili origini. La madre era una lavandaia e il padre era un calzolaio. La madre era una donna molto legata alla fede ortodossa e sognava per Iosif il sacerdozio nella Chiesa russa, mentre il padre era un tipo rude e alcolizzato. Stalin era una persona colta, studiò in seminario e fu proprio qui che entrò in contatto con le ideologie liberali e con i libri di Karl Marx che gli costarono l’espulsione.

 

Nel 1900 iniziò la sua attività politica. Fomentò l’adesione a manifestazioni e scioperi nei centri industriali, e venne arrestato e deportato più volte. Divenne un forte sostenitore di Lenin e del partito dei Bolscevichi. Nel 1904 sposò Ekaterina Svanizde che morì dando alla luce il figlio.

Nel 1912, avvenne la scissione tra Bolscevichi e Menscevichi in seno al Partito operaio socialdemocratico ed il partito si sciolse, Lenin nominò Stalin membro del Comitato Centrale del Partito.

Piano piano Stalin pose le basi per il suo futuro potere, esercitando un controllo crescente sul partito.

Il comunismo predicato da Stalin, il Socialismo in un solo paese, era la teoria politica che perseguiva secondo cui l’Unione Sovietica doveva progredire e potenziarsi sia industrialmente che militarmente per poi essere esportata in tutto il mondo. Nel 1929 Stalin abolì definitivamente la proprietà privata, collettivizzò l’agricoltura e diede il via all’industrializzazione con “piani Quinquennali che devastarono la Russia ed in particolare i “kulaki”, ossia i contadini. Circa 25 milioni di contadini russi furono costretti a riunirsi in fattorie collettive e non era tollerata nessuna opposizione al comando di Stalin, pena la deportazione, la morte o forse peggio la spedizione nei Gulag: campi di concentramento dove si lavorava fino alla morte. Tutto ciò accrebbe la mortalità e la carestia ovunque, ma Stalin non interruppe le esportazioni di grano all’estero.

 

Alla fine del 1934 lanciò una nuova campagna di terrore politico (le purghe) ai danni degli stessi membri del Partito Comunista che anni prima favorirono la sua ascesa al potere. Il pretesto fu l’assassinio, a Leningrado, di Sergey Kirov. Così, attraverso una serie di processi spettacolari, Stalin riuscì a consolidare il proprio regime seminando ovunque il terrore e l’intolleranza nei confronti di coloro che osavano parlare male di lui.  Alcuni processi colpirono anche l’élite dell’Unione Sovietica: intellettuali, poeti, militari, artisti ed esponenti del mondo produttivo.

 

Nel 1939, dopo vari tentativi di formare un’alleanza antinazista con alcune nazioni potenti dell’Occidente, Stalin finì per stringere con la Germania il patto Molotov-Ribbentrop, che incoraggiò i Tedeschi ad attaccare la Polonia: fu la scintilla che scatenò il secondo conflitto mondiale.

Con lo Stalinismo al potere l’atmosfera di sospetto, accuse, processi e di paranoia continuò fino alla fine.

Il 5 marzo del 1953 Stalin morì in circostanze poco chiare, pare a causa di un colpo apoplettico.

Un sadico intelligente, uno psicopatico senza scrupoli e senza alcun rimorso per le torture inflitte a chi non lo supportava, una mente capace di manipolazione e inganno… un “essere” incapace di empatia e comprensione che eliminava chiunque considerasse un ostacolo ai suoi progetti che metteva in pratica con pugno di ferro. Ha fatto del terrore la sua religione e questo fa pensare… lui che con la religione ci aveva vissuto a stretto contatto non è certo diventato migliore di un assassino senza dio!

Roberta Salis

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