Autore: Felix Weinberg
Traduttori: Giovanni Agnoloni e Alessandra Maestrini
Edito da Newton Compton Editori
Pubblicato nel gennaio 2020
Pag. 288
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Felix aveva tutto nel suo paese natio, la Cecoslovacchia: una famiglia felice e abbiente, un’infanzia serena, l’affetto dei suoi genitori. A dodici anni, però, il suo mondo va in pezzi: a causa delle persecuzioni naziste, il padre fugge in Inghilterra, nella speranza di potersi rifare lì una vita con i suoi cari. Ma il piccolo Weinberg, i fratelli e la madre non fanno in tempo a raggiungerlo: saranno catturati dai tedeschi e inizierà il loro drammatico calvario nei campi di concentramento. Felix sopravvivrà miracolosamente a cinque lager – tra cui Theresienstadt, Auschwitz e Birkenau – e persino alla terribile “Marcia della Morte” per essere trasferito da un campo all’altro. Dopo aver perso sua madre e suo fratello ed essere stato deportato per l’ultima volta a Buchenwald, riuscirà finalmente a tornare in libertà e a riabbracciare suo padre, dopo cinque anni di orrore. Quella di Felix Weinberg è una storia incredibile: il racconto duro e senza censure della spietatezza dell’Olocausto e dell’orrore che non ha risparmiato neppure i più piccoli e puri.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
questa è una storia vera, è la testimonianza di Felix Weinberg, un sopravvissuto a ben 5 campi di concentramento. “Bambino n° 30529” è la sua storia che racconta dopo averci pensato molto a lungo, infatti scrive il libro a 80 anni perché per tutta la vita ha cercato di mettere da parte quel dolore che ha spezzato la sua famiglia e la sua infanzia.
Anche se è passato molto tempo, non può non dare la sua testimonianza, è un dovere soprattutto nei confronti di se stesso e delle generazioni che verranno.
Felix è nato in una famiglia affettuosa in una città della Repubblica Ceca, una famiglia in cui ha vissuto sereno e senza problemi economici. A dodici anni, la sua vita viene sconvolta a causa delle persecuzioni naziste. Il padre parte In Inghilterra con lo scopo di poter aiutare la famiglia a raggiungerlo prima che per gli ebrei la vita diventi impossibile.
Purtroppo ricongiungersi non fu possibile.
Inizia a 12, il suo calvario che lo porta in 5 campi di concentramento dove perderà la madre e il fratello minore.
Il primo campo in cui fu deportato fu Terezìn, in seguito fu trasferito nel campo di Bechhammer, poi arrivò ad Auschwitz e Birkenau, partecipò alla terribile “Marcia della Morte”, e per ultimi i campi di Gross-Rosen e Buchenwald.
Felix Weinberg racconta la sua esperienza in maniera distaccata, sembra quasi non voler rivivere la sua storia ed è comprensibile. Chi, essendo stato all’inferno vorrebbe tornarci?
Quando finalmente, a 17 anni torna in libertà, può riabbracciare suo padre, a Londra. Da qui in poi, Felix Weinberg ricostruisce la sua vita.
Lo stile dell’autore è diverso da quello di altri sopravvissuti. Non è struggente, è molto essenziale nel linguaggio e nei racconti e fa presupporre che non abbia voluto trasferire sul lettore il suo dolore, ma lo abbia voluto informare, istruire e rendere partecipe perché nessun altro provi ciò che Felix Weinberg vuole cercare, da sempre, di non rivivere…
Roberta Salis
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