
Autrice: Dacia Maraini
A cura di Eugenio Murrali
Edito da Solferino
Pubblicato nel 2024
Pag. 192
Genere: Saggio
DESCRIZIONE DEL LIBRO
«C’è una tela struggente di Frida Kahlo che mostra una cerva dalla faccia di donna, che corre in un bosco. Il corpo è trafitto da frecce, come un san Sebastiano ferito, ma non soggiogato, mentre sul fondo si intravvede un mare in tempesta.» Quel dipinto per Dacia Maraini rappresenta idealmente la realtà degli abusi, dei femminicidi e più in generale la condizione di inferiorità cui le donne sono state condannate per troppo tempo. «Private di libertà e sottomesse, le donne hanno spesso introiettato il loro stato di inadeguatezza arrivando a considerarlo un fatto biologico. Bravissime a fare figli e accudirli, sono state considerate prive di un proprio pensiero e soprattutto di autonomia e libertà.»
Per contrastare questa violenza, secondo la scrittrice che ha creato personaggi letterari femminili indimenticabili, occorre agire sulla cultura, sulle abitudini identitarie, sulle disparità di genere, sulla misoginia linguistica.
Le ragioni dello scontro vanno ricercate nel mondo patriarcale in cui siamo ancora immersi e in cui è montata una rabbia vendicativa, una voglia di riportare l’ordine colpendo chi ha preteso indipendenza, riconoscimenti professionali e prestigio. Un percorso difficile e irto di ostacoli paragonabile a quello che ha portato alla conquista della dignità sociale ed economica degli operai contro gli industriali. Uno scontro tra poteri inevitabile e non diverso dalle rivolte dei contadini contro i feudatari, o dalle lotte dei democratici contro i proprietari di schiavi.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
era da tanto che non leggevo un libro di Dacia Maraini e quello che ora ho tra le mani “Diario degli anni difficili. Con le donne ieri, oggi e domani” mi ha fatto venire una gran voglia di rispolverare soprattutto i suoi romanzi.
Dacia Maraini non ha certamente bisogno di presentazioni ma se qualcunǝ non avesse ancora avuto il piacere di leggere qualche suo romanzo, saggio o articolo… vorrei dirvi che in Italia è una delle voci più lucide e autorevoli del femminismo, un’autrice che da decenni si batte senza paura e con costanza per mettere in luce la condizione della donna in Italia e le evidenti difficoltà quando si tratta di smantellare un sistema di pensiero che continua a reggersi sul patriarcato.
Ma a Dacia Maraini stanno a cuore tutte le donne, di tutto il mondo. Infatti, la sua capacità di volgere lo sguardo al di là del nostro Paese è risaputa e spero possiate coglierne l’importanza. Io la prendo come esempio ormai da vari anni. La sua cultura e il suo spessore umano e morale, per me, è innegabile!
Oggi vi parlo del suo ultimo libro uscito grazie alla CE Solferino, un saggio che raccoglie molti degli articoli significativi della Maraini scritti negli ultimi anni.
Mi pare significativo riportare il perché la Maraini scelga di scrivere articoli:
“Un romanzo ha bisogno di tanto tempo per passare dalla forma larvale a quella compiuta. Ci vogliono mesi, anni per costruire una storia, per entrare dentro un paesaggio, una casa, un corpo, dentro i legami tra i personaggi.
Per scrivere un articolo bastano poche ore. E l’articolo è legato al quotidiano e allo smuovere dei venti che crea l’attualità. Mentre un romanzo si nutre soprattutto di memoria, non solo personale ma storica, l’articolo si nutre del presente, affronta la cronaca, la analizza, la racconta, ne trae fuori nuove considerazioni e nuovi giudizi. Il confronto con la realtà, se preso sul serio e fatto proprio, può risultare doloroso: i dubbi sono tanti e tutti inquietanti.
Per questo scrivo articoli, per cogliere gli umori sociali del momento, cosa che non potrei fare con un romanzo che per sua natura non insegue l’attualità.
I temi come si leggerà, sono vari, ma la mente che li elabora è la stessa e il passaggio da una situazione all’altra non è casuale: insegue una logica che nasce da una unica esperienza e cerca di intrecciare i fili della ragione con quelli delle emozioni”.
(tratto da pag. 7-8)
Nel libro “Diario degli anni difficili. Con le donne ieri, oggi e domani” la Maraini tocca con schiettezza, con precisione, con la lucidità e la ponderatezza che la contraddistingue molti temi che hanno le donne per protagoniste non solo in Italia ma nel mondo: il patriarcato, la misoginia, la prostituzione, il problema delle spose bambine, i femminicidi, il ricatto che molte donne subiscono per fare carriera, lo stupro, l’aborto etc…
Per ogni articolo ci sarebbe molto da dire e ancor di più da riflettere perché spesso le ingiustizie ci coinvolgono direttamente ma restiamo in silenzio. Dacia è una voce che con acume e pacatezza sa farsi ascoltare!
Chi è donna sa bene che tutto ciò che Dacia Maraini scrive lo fa perché prima di tutto lo ha vissuto sulla propria pelle, lo porta addosso come un tatuaggio indelebile o come una cicatrice che segna profondamente nell’animo.
La Maraini ha un vissuto umano lungo e che ha attraversato molti decenni, dunque il suo parlare non è solo frutto di una cultura che cura continuamente, ma anche di un’esperienza umana notevole. Io la considero un piccolo monumento di sapienza!
Nel libro ho apprezzato molto l’abbracciare e l’includere anche le esperienze di vita delle donne afgane e di alcune donne mussulmane che sono state vittime della crudeltà di certe tradizioni. Tradizioni che pur di essere portate avanti non considerano equamente coloro che le infrangono, infatti, per esempio, in caso di adulterio puniscono la donna ma non l’uomo con cui si è consumato l’atto… Oppure potremmo analizzare anche la diversa modalità di lapidazione riservata alle donne e agli uomini: nel caso della donna viene sepolta lasciando solo la testa e il collo fuori, mentre le braccia saranno ben messe sottoterra così da non darle scampo e garantendole una morte lenta perché è questo lo scopo della condanna, la sofferenza prolungata. Per quanto riguarda gli uomini, nel caso della lapidazione hanno testa, spalle e anche le braccia libere per potersi liberare se saranno fortunati… c’è molto da riflettere!
Desidero soffermarmi in particolare su l’articolo del 4 ottobre del 2022, ma vi invito a leggerli tutti, e ve lo menziono per completo, per darvi l’idea dello spessore culturale di Dacia Maraini che nel suo scrivere, a mio avviso, non fa una piega:
“L’accordo che serve tra cultura e popoli
Nessuno si chiede il perché del velo obbligatorio per le donne. I relativisti pensano che sia una questione religiosa, una tradizione antichissima. La risposta è semplice: la copertura del corpo e della testa delle donne viene richiesta per non suscitare il desiderio maschile. Il che è abbastanza grottesco. È come ammettere che gli uomini sono incapaci di governare il proprio eros. Ma perché è considerato tanto pericoloso l’eros maschile suscitato dal corpo femminile? Forse il fatto che il sesso suggerisce libertà eversive? Agli uomini, che si presuppongono debolissimi e irresponsabili, è concessa una certa libertà sessuale, ma che avvenga nel campo dell’amore mercenario o predatorio. Fuori da quel campo lo si considera pericoloso perché il desiderio può trasformarsi in amore e l’amore è un sentimento ingovernabile e quindi da tenere strettamente sotto controllo. Le donne iraniane lo sanno bene e per questo si tagliano i capelli che, come scriveva San Paolo, sono un oggetto di seduzione rovinosa per il mondo maschile. I capelli delle donne suscitano voglie peccaminose che portano disordine e caos. Con queste idee insensate che esprimono un primitivo totalitarismo patriarcale sono state uccise Mahsa Amini e Hadith Najafi. La sola consolazione sta nelle immagini che spesso riempiono i nostri teleschermi: donne che si tagliano i capelli in strada, che si strappano il velo e urlano la loro indignazione.
Per tutti coloro che hanno sempre sostenuto il rispetto verso le usanze dei popoli, anche quando smentiscono ogni diritto umano; per tutti coloro che accusano di voler imporre i valori occidentali a chi non li capisce, queste sacrosante manifestazioni sono un monito. Certo, se pretendiamo che i nostri valori siano quelli cristiani che riguardano solo i Paesi Occidentali, ci troveremo a fare la guerra culturale con le altre religioni, ma se partiamo dall’idea che esistono dei valori universali che nessuno può ignorare, possiamo trovare l’accordo fra le culture e i popoli. Esiste già una carta dei diritti universali, ma sembra che non valga la pena di battersi per difenderli. Ricordiamo che i diritti fondamentali partono da una idea sacrale della persona umana, che non può essere uccisa, abusata, torturata, umiliata e maltrattata.
E in senso positivo che abbia il diritto alla vita, alla libertà individuale, all’autodeterminazione, a una esistenza dignitosa, alla libertà religiosa, alla libertà di pensiero, di parola e di movimento”.
Non vi sembra un’ottima analisi quella della Maraini in questo breve articolo?
Non posso che consigliarvi questo libro. Edificante, profondo, necessario.
Ve lo consiglio sia se già avete letto qualcosa della Maraini sia se volete approcciarvi alla sua scrittura per la prima volta. Sono certa che vi sentirete edificatǝ. Dacia Maraini ha tanto da insegnarci e dovremmo fare tesoro delle sue riflessioni e delle luci che accende sul mondo delle donne. Dacia è una di noi!
Una grande donna con uno spesso culturale, umano e morale degno di nota e di stima…
Roberta Salis
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